venerdì 21 settembre 2012

SPECIALE URUGUAY - Riparte la Primera: Nacional e Peñarol in prima fila, ma quanti talenti in vetrina!



Fascino, spettacolo, colore, autarchia. Il calcio uruguagio riparte, all'alba di una nuova stagione, senza particolari differenze rispetto al passato. I migliori se ne vanno altrove a cercare fortuna, le società imbottiscono di giovani le prime squadre, le casse dei club sono sempre più vuote, si combattono violenza e barras 24 ore su 24. Eppure il calcio charrùa ha sempre un fascino particolare, forse perchè esponente di un paese troppo bistrattato ed infilato in mezzo a due super potenze come Argentina e Brasile che monopolizzano l'attenzione dei media, distogliendo lo sguardo da ciò che veramente conta a queste latitudini: sopravvivere, economicamente parlando. All'alba della nuova Primera Division, come anticipato, non si sono registare rivoluzioni degne di nota, ma qualche operazioncina interessante sì. Tra giocatori, giovani, allenatori e stadi affascinanti, andiamo a scoprire cosa ci riserva la stagione che inizierà sabato, nella prima serata italiana.

CORSA A DUE PER IL TITOLO - A contendersi il titolo, come sempre, ci saranno loro: Nacional e Peñarol. E poco importa se il Defensor si rinnova, se il Danubio rilancia le proprie ambizioni o se il Liverpool punta a ripetere lo scorso semestre. Bolso e Manya sono le due squadre più attrezzate per vincere, ed oltre ad attirare la fetta più consistente di aficionados, sono anche quelle su cui l'Uruguay punta per il rilancio fuori dai confini. Il mercato ha portato alcune novità per entrambe; il Nacional ha fatto la modifica più importante sulla panchina, dato che dopo il trionfo della passata stagione, Marcelo Gallardo ha salutato la compagnia per alcuni dissidi con la società e, al suo posto, è stato ingaggiato El Chavo Diaz, fautore del "miracolo Defensor". Diaz, che arriva proprio dalla panchina della Violeta, è conosciuto in patria per il suo gioco spumeggiante, sparagnino e iperoffensivo. E al Bolso troverà parecchia carne al fuoco, dato che la società - compatibilmente con le sue possibilità - non ha lesinato sforzi e ha messo a disposizione del tecnico almeno sei giocatori di spessore. Partendo da dietro, va segnalato l'arrivo del laterale mancino Juan Manuel Diaz dal River Plate argentino, mentre per la zona centrale si è puntato sul ritorno di Daniel Alejandro Lembo, che ha salutato Cordoba ed il Belgrano per riaccasarsi al Tricolor, e su Adrian Romero. In mediana i colpi grossi sono la conferma di Calzada e Cabrera, mentre davanti spazio a Santiago Taborda (capocannoniere della scorsa stagione con il River Plate di Montevideo) e a Luna, di rientro dall'Espanyol. Intrigante l'arrivo (in prestito) di Jonathan Ramirez dal Velez. Sul fronte cessioni, il Nacional perde un bomber di razza come Richard Porta, che torna in Oriente a rimpinguare il suo conto corrente, e Joaquin Boghossian per fine prestito. Tabarè Viudez vola invece in Messico, all'America, mentre per Diego Placente e Marcos Aguirre si profilano ritorni in Argentina (con Argentinos Juniors e Instituto). Capitolo a parte per i due nuovi "italiani", Matias Abero ed Alexis Rolin: il primo sbarca a Bologna, il secondo a Catania. Chi invece è chiamato a vincere a tutti i costi è il Peñarol di Jorge da Silva. Nella scorsa stagione il Pollilla ha avuto tempo di rodare la squadra, ora non ha più alibi. Il mercato non è stato generosissimo, ma gli ha comunque portato il portiere rigorista Enrique Bologna e Juan Manuel Oliveira, di rientro dagli Emirati Arabi. Per il resto, operazioni interessanti ma non di spicco: Damian Macaluso per la difesa, l'ex leccese Grossmuller per la mediana e l'incursore Aureliano Torres. Più una sfilza di fine prestiti: Palacios, Collazo, Pastorini, Ramis, Nicolini, Moreira e Marquez. Interessante l'ingaggio dal Cerro Largo di Rodrigo Vazquez, trequartista classe '80, protagonista della grande stagione passata dei biancoazzurri.
DEFENSOR, ANNO ZERO - Perso l'allenatore condottiero, perse alcune colonne della squadra che Diaz faceva giocare a memoria, il Defensor Sporting è chiamato a rifondarsi. Sotto la guida di Tabarè Silva, ex giocatore del club, la Violeta è chiamata a ricostruire sulle macerie lasciate dal mercato. A lasciare Parque Franzini è tutto il meglio della rosa, a parte un paio di eccezioni (il portiere Irrazabal e il difensore Arias): il bomber Britos va in Messico, il difensore Moiraghi e la mezzapunta Aleman in Argentina (Olimpo ed Union Santa Fe), Diego Ferreira firma per il Tigre e Pablo Pintos tenta l'avventura in Turchia. In entrata alcune scommesse, e niente più. Intrigante quella che ha portato a Barrio Punta Carretas la punta scuola Peñarol, Sacha Aneff, ma il vero colpo - forse l'unico - riguarda l'altro attaccante prelevato dai Chicago Fire, Federico Puppo. La Viola si prepara ad un semestre che comunque la vedrà da comprimaria, in attesa che i tempi migliorino e che le giovanili portino tra i grandi nuove forze fresche.
LE OUTSIDERS - Senza dubbio Danubio e Liverpool. Ai Jardines del Hipodromo cercano disperatamente di tornare ai fasti di un tempo, ma il Danubio da parecchi anni fa la figura di una fotografia sbiadita del proprio nonno in guerra. Bella, emozionante, ma sempre di passato si tratta. Per guardare avanti, i bianconeri rivoluzionano completamente l'attacco inserendo un centravanti famelico come Leonardo Carboni (fresco di promozione con il Nueva Chicago) affiancandogli Leonel Nuñez, che lascia il Rampla, e Josè Varela, prelevato dal Bella Vista. Le cessioni importanti riguardano anch'esse il reparto offensivo, dato che in direzione Messico volano sia Diego Martinones che Sebastian Fernandez. I Darseneros invece operano poco, ma meticolosamente, ingaggiando il bomber William Ferreira, reduce da caterve di gol in Bolivia con il Bolivar di La Paz e il mediano Godoy, di scuola Nacional.

PER LE BRICIOLE - Tutte le altre giocano per il Promedio. Rimpolpare il coefficente per la salvezza è fondamentale per il finale di stagione, e anche se la Primera ha perso alcune squadre importati come il Rampla Juniors e il Rentistas, è altresì vero che le tre neopromosse giurano battaglia. Il Progreso del centrocampista - ex Valencia e Celta Vigo - Fabian Canobbio pare la più attrezzata per l'obiettivo salvezza, mentre un pochino di fatica in più faranno Juventud de las Piedras e Central Español. Il River Plate ha perso il bomber Taborda, il regista Gaglianone e il difensore Mauricio Prieto, quindi un seppur buon ingaggio come quello del laterale Bruno Montelongo passa in secondo piano. Stesso discorso per Wanderers e Bella Vista: le perdite gravissime di Antonio Pacheco per i primi e di Ignacio Nicolini per i Papalès mettono le squadre in una condizione di equilibrio precario. Soprattutto il Papàl, salvatosi già l'anno scorso per il rotto della cuffia. Rimangono le altre, abituate a districarsi nelle zone rognose della classifica: Racing, Fenix, Cerro (che ha perso Mastriani), El Tanque Sisley e Cerro Largo. Tutte alla ricerca di momenti di gloria.

LA CARICA DEI TALENTI - Non poteva mancare la consueta raffica sui giovani emergenti della Primera Division uruguagia. In questo mercato estivo si è verificato un cospicuo esodo verso l'Italia, paese sempre più sensibile calcisticamenti agli sviluppi del movimento charrùa. Gente come Abero, Rolin, Goicoechea, Mastriani e Sebastian Sosa posso ritagliarsi uno spazio importantissimo nella nostra Serie A. Ma chi rimane? Sicuramente i prospetti di Nacional e Peñarol, che si preparano a lanciare una nidiata di virgulti promettenti. Il Bolso si affida all'esperienza in regia di Maximiliano Calzada (1990), poco sponsorizzato ma molto considerato in patria tanto da essere stato chiamato per le olimpiadi, e Matias Vecino (1991). La mezzapunta formato tascabile è uno dei beniamini della tifoseria Tricolor, e si fermerà a Montevideo per almeno un'altra stagione. L'Aurinegro risponde con il portierino Leandro Gelpi (1992), ma soprattutto con il centrocampista tuttofare Sebastian Cristoforo (1993), del quale in passato il Catania si è follemente innamorato e per il quale si sono mosse già diverse società europee. Ma non ci sono solo le grandi ad attirare l'attenzione degli scout, perchè basta guardarsi intorno per scoprire come Montevideo "mangia" calcio in ogni angolo. A rilanciare il Fenix in ottica salvezza ci penseranno il gigantesco centrale difensivo Santiago Tabarez (1990) e la punta Nicolas Mezquida (1992), ritornato in Uruguay dopo aver cominciato nel vivaio Carbonero e aver tentato l'avventura in Svezia. Anche il Defensor, nonostante si sia ridimensionato, ha mantenuto due gioielli del calibro di Ramon Arias (1992, laterale destro o centrale difensivo) e Diego Rolan (1993), punta potente e rapida che ama partire dall'esterno per scardinare le difese avversarie. E poi Martin Campaña (1989) del Cerro Largo, estremo difensore della nazionale Celeste Sub'23; Lucas Tamareo (1991), 21enne cervello della mediana del Liverpool; il trio delle meraviglia di casa Danubio composto dal difensore Julio Ferròn (1988), dal centrocampista Angel Cayetano (1991) ma soprattutto dal fenomeno Camilo Mayada (1991), mezzala tutto pepe che piace al Bologna, per finire con Guillermo De los Santos (1991) e Cesar Faletti (1992), i due astri nascenti del Cerro che, dopo aver ceduto Mastriani, è alla ricerca di nuovi gioielli da esporre in vetrina. E dove se non a Montevideo, la Capitale dei talenti emergenti?

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