sabato 8 giugno 2013

CONMEBOL, ROAD TO FIFA WC BRASIL 2014 - Reti bianche nel big match, Perù di misura sull'Ecuador, il Cile giustizia il Paraguay



Ci si aspettava i botti tra le due selezioni migliori del momento in Sudamerica, invece – nell’inferno del Monumentál – Argentina e Colombia impattano 0-0 un incontro che lascia soddisfatti solo i Cafeteros, ad un passo dal Mondiale grazie a questo punto conquistato che lascia a 5 le lunghezze di distacco proprio dalla nazionale di Sabella. Per l’Argentina solo recriminazioni per un paio di gol annullati, uno dei quali sicuramente regolare, ma soprattutto per l’impiego a mezzo servizio di Leo Messi, entrato solo nella ripresa data la scarsa mezz’ora di autonomia.
Eppure il sostituto della Pulga, Walter Montillo, non gioca male e si colloca nel cuore della manovra argentina che vede Di Maria e Aguero svariare lungo tutto il fronte d’attacco e Higuaín, titolare al posto di Lavezzi, fare da riferimento offensivo per i compagni. L’Albiceleste parte bene, e dopo dieci minuti è proprio El Pipíta a scaldare le mani del portiere ospite Ospina, reduce da un grande campionato in Francia con il Nizza. Ma al 26° lo stesso attaccante del Real Madrid reagisce ad un’entrata di Zapata e l’arbitro Escalante estrae il doppio rosso per entrambi. Come se non bastasse, qualche minuto più tardi Pekerman perde per infortunio James Rodriguez e capisce che non è serata, inserendo così Cuadrado per dare maggior profondità alle ripartenze. Il primo tempo scorre via senza emozioni, a parte un sinistro senza velleità scagliato nel finale da Marcos Rojo che finisce mestamente a lato.
La ripresa si apre con l’ingresso di Messi che movimenta un po’ l’azione argentina. La Pulga è a mezzo servizio e si vede, ma verso il 70° da il là all’azione che Aguero conclude con un tap-in rete. E’ l’1-0 che premia generosamente l’Argentina, ma il segnalinee sbandiera un presunto fuorigioco di partenza che in realtà pare non esserci costringendo così Escalante ad annullare la segnatura. Le proteste sono vibranti, con Mascherano che a muso duro con l’arbitro rischia il rosso diretto e addirittura il sempre serafico Sabella si scaglia fuori dall’area tecnica guadagnandosi l’espulsione anticipata. Ed è questa la più grande emozione di una ripresa spenta come l’avvio, dove la Colombia èstata molto brava a controllare una situazione delicata e a portarsi a casa un punto di platino. La selezione di Pekerman rimane prima con 25 punti, l’Argentina è seconda a 20 e nella prossima giornata – a Quito contro l’Ecuador – l’Albiceleste non dovrà compiere errori se vuole uscirne con dei punti. Per i Cafeteros c’è il match interno contro il Perù, rognoso e ben organizzato.



Il Perù ci crede ancora. Con una rete segnata da Claudio Pizarro la Franja Roja batte in un match delicatissimo l’Ecuador, fino a stanotte vera sorpresa del gruppo sudamericano in vista di Brasile 2014, e si rilancia incredibilmente complice li stop del Venezuela fermato sull’1-1 in Bolivia.
Vittoria importante, si diceva, perchè permette a Markarian di preparare al meglio la trasferta di Barranquilla contro il colosso Colombia, vera e propria dominatrice del raggruppamento.
“Sono contento della vittoria – chiosa nel post partita l’argentino Markarian – perchè sapevamo che per alimentare qualche speranza c’era un solo risultato utile disponibile. Lo abbiamo ottenuto e ci prepariamo alla Colombia“. Una partita complicatissima: “Lo sappiamo – chiude Markarian – ora recuperiamo le forze e partiamo per tentare l’impresa“. Al tecnico del Perù fa eco il match-winner, Claudio Pizarro: “E’ importante il mio gol – dice a El Bocòn – ma ancora più determinante questa vittoria ottenuta con grinta e carattere“. Tutto vero, com’è vero che l’Ecuador si mangia tutto il mangiabile per tornarsene a casa con zero punti.
Di certo non si può parlare di match esaltante, se è vero che il Perù offensivamente fa fatica, è anche vero che Rueda imposta la sua Trì tutta ripartenza e contropiede. El Chucho Benitez però non è in serata, e il reparto ne risente. Il gol vittoria arriva in avvio, quando Pizarro si imbuca tra le maglie larghe della difesa ospite e sentenzia Dominguez senza pietà, sfruttando un lavoro offensivo notevole imbastito da Yotùn, Vargas e Guerrero. L’Ecuador prova la reazione, ma per vedere la prima parata di Fernandez bisogna andare alla ripresa quando il poritere peruviano si immola su un tentativo di Montero, ben smarcato da Paredes. Col senno di poi Rueda avrebbe potuto giocarsi la carta del giovane Ibarra prima; il ragazzo del Vitesse entra in partita e negli ultimi otto minuti di gioco sfiora il pari con una bella incursione conclusa con un diagonale largo. Alla fine festeggia solo il Perù davanti al tutto esaurito dell’Estadio Nacional, mentre l’Ecuador si lecca le ferite e si prepara ad ospitare l’Argentina.



Ad Asunción va in scena la disfatta del Paraguay padrone di casa, sempre più ultimo in questo deludente girone di qualificazione (e pensare che è la squadra finalista dell’ultima Coppa America…), mentre il Cile si conferma tra le pretendenti al Mondiale: se il girone finisse oggi, la Roja sarebbe qualificata direttamente alla fase finale, complice anche la battuta d’arresto del Venezuela con la Bolivia.
Il Defensores del Chaco è da sempre la casa della Nazionale albirroja, e i tifosi hanno tentato di sostenere la squadra di casa con ardore. La Nazionale di casa si schiera, come di consueto, con 3 giocatori in prima linea (Cardozo il centravanti, Benítez e López ai lati), così come il Cile, che scende in campo con la difesa a 3, eredità di Bielsa. L’arbitro è il brasiliano Vuaden.
L’andazzo dell’incontro lo si capisce dal primo minuto: gran tiro di Arturo Vidal, vero faro di questa Nazionale, che sbatte sul palo dopo la deviazione di Justo Villar. Il Paraguay reagisce, o meglio ci prova, a forza di falli: ma il brillante gioco cileno prende sempre maggior piede, fino a quasi cancellare l’Albirroja dal campo. Eduardo Vargas, rigenerato dall’esperienza gremiense, si fa notare più volte, e nei minuti finali del primo tempo va a segno con un vero e proprio golazo: rapida circolazione di palla al limite dell’area paraguaiana, la sfera giunge a Vargas che prende la mira e manda la palla all’incrocio, imparabilmente. La prima frazione di gioco si chiude sull’1-0 in favore del Cile.
Il secondo tempo vede il raddoppio cileno: è Arturo Vidal, lo juventino, l’autore. Il numero 8 cileno detta il triangolo con Alexis Sánchez, che riceve da Vidal e lo serve con una palla perfetta: Vidal si inserisce e tocca, battendo Villar. 2-0. Da lì, il Paraguay cede e non riesce più a reagire. A 3 minuti dalla fine, un gol poco utile alla squadra ma di grande rilievo per la storia della Nazionale: Santa Cruz tira dalla distanza, piegando le mani a Bravo e realizzando il 26º centro con la maglia del Paraguay, divenendone il massimo realizzatore di sempre. Paraguay debole e poco motivato, partito sconfitto già prima d’entrare in campo; Cile convincente, vivace e sempre più con lo sguardo verso il Brasile.


Chiude la serata a partita tra Bolivia e Venezuela, dove la Vinotinto domina in lungo ed in largo ma viene raggiunta nel finale. Arango ad inizio ripresa trova il sinistro dell'1-0 dopo un primo tempo in cui il Venezuela ha sfiorato a più riprese il vantaggio, e sullo 0-1 la Bolivia si scopre mostrando il fianco ai ragazzi di Farias. Ma nel finale Vizcarrondo si addormenta e il neoentrato Jashmani Campos, approfittando della svarione fa secco Vega impattando il risultato sull'1-1 finale.

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