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La quattordicesima giornata del gruppo Conmebol in vista del Mondiale 2014 va in archivio senza sorprese o avvenimenti particolari. Il match più atteso si giocava a Quito, dove l'Argentina era impegnata contro un Ecuador affamato di punti dopo la sconfitta subita in Perù. Ai 2800 metri dell'Estadio Atahualpa la Seleccion di Sabella trova subito la strada spianata da un calcio di rigore concesso dopo soli tre minuti per atterramento netto di Palacio. Dal dischetto Sergio Aguero trasforma, e il match prende subito una piega favorevole per gli ospiti. Con l'andare dei minuti però sopraggiungono fatica e acido lattico, perchè - penalizzati dall'altura - gli argentini subiscono il ritorno veemente dell'Ecuador, bravo a pervenire al pareggio con una zuccata del centrocampista Segundo Castillo che approfitta di una mezza papera di Romero. La squadra di Sabella può però contare su una serata di grazia della sua difesa, dove spicca l'individualità del centrale Basanta, difensore che gioca in Messico per il quale il Pachorra stravede. La ripresa scorre lenta fino all'episodio che potrebbe cambiarla: Mascherano impazzisce e aggredisce un barelliere, beccandosi il rosso diretto (giustamente) che gli costerà l'assenza dalla fondamentale trasferta di Asuncion, dove mancheranno anche Fernandez e Garay; una partita, in Paraguay, che se venisse vinta qualificherebbe matematicamente l'Argentina al mondiale. L'Ecuador alla ripresa andrà in Colombia, trasferta - almeno sulla carta - decisamente proibitiva.
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Si chiedeva un’impresa, e il pubblico uruguagio è stato accontentato. La Celeste di Oscar Washington Tabarez dà la spallata che ci si attendeva alla viglia vincendo 1-0 in Venezuela e in un attimo vede riavvicinarsi il sogno del mondiale brasiliano. A decidere il match ci ha pensato Edison Cavani,
con un gol che spazza via per qualche momento le voci riguardanti il
calciomercato e rilancia l’Uruguay in classifica, permettendogli di
agguantare il quinto posto valido per lo spareggio proprio appannaggio
del Venezuela.
In realtà la partita non è stata nulla di che, ma bisogna anche contare
che la posta in palio era altissima. I padroni di casa provano a
dialogare con la buona qualità in possesso, ma Arango e compagni
sbattono sovente contro un muro uruguagio che aspetta solo l’occasione
buona per ripartire. Infatti i brividi per Muslera arrivano solo da
palla ferma. Al 12° Vizcarrondo devìa un angolo dalla sinistra con il
portiere del Galatasaray bravo ad alzarla sopra la traversa, ma è al 18°
che Muslera si supera su una punazione velenosissima di Juan Arango. Al
primo affondo però passa la Celeste: Perez recupera palla a
metà campo e Gargano smarca sulla destra Cavani, bravo a rientrare sul
sinistro per sentenziare Hernandez. Il gol scuote i padroni di
casa che ad inizio ripresa si presentano con Aristeguieta in campo per
impensierire la difesa ospite, ma tutto ciò che l’ingresso del Colorado
produce è un timido destro dal limite bloccato da Muslera. Al minuto 85
Rincón si becca il secondo giallo e va anzitempo sotto la docica: è la
resa definitiva della Vinotinto, che nel finale rischia di capitolare sul contropiede di Forlan, fermato magistralmente da Hernandez. In realtà la partita non è stata nulla di che, ma bisogna anche contare
che la posta in palio era altissima. I padroni di casa provano a
dialogare con la buona qualità in possesso, ma Arango e compagni
sbattono sovente contro un muro uruguagio che aspetta solo l’occasione
buona per ripartire. Infatti i brividi per Muslera arrivano solo da
palla ferma. Al 12° Vizcarrondo devìa un angolo dalla sinistra con il
portiere del Galatasaray bravo ad alzarla sopra la traversa, ma è al 18°
che Muslera si supera su una punazione velenosissima di Juan Arango. Al
primo affondo però passa la Celeste: Perez recupera palla a
metà campo e Gargano smarca sulla destra Cavani, bravo a rientrare sul
sinistro per sentenziare Hernandez. Il gol scuote i padroni di
casa che ad inizio ripresa si presentano con Aristeguieta in campo per
impensierire la difesa ospite, ma tutto ciò che l’ingresso del Colorado
produce è un timido destro dal limite bloccato da Muslera. Al minuto 85
Rincón si becca il secondo giallo e va anzitempo sotto la docica: è la
resa definitiva della Vinotinto, che nel finale rischia di capitolare sul contropiede di Forlan, fermato magistralmente da Hernandez.
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Per il Cile, la vittoria giunta nella notte contro la Bolivia ha tanto il
significato di un altro pesantissimo, forse decisivo, mattone verso la
qualificazione a Brasile 2014. Invero già il colpaccio dello scorso week
end in Paraguay aveva rappresentato più di 3 semplici punti, e alla
luce dell’intera tornata è chiaro come il solco di 5 lunghezze sulle
dirette inseguitrici Uruguay e Venezuela – appaiate a quota 16 – a
quattro turni dal termine (3 per il Cile che dovrà ancora riposare),
rappresenti per la Roja un margine di certo non trascurabile.
La Roja parte forte e la prima
conclusione in porta è di Diaz che su una punizione dal vetrice
dell’area di rigore impegna severamente Galarza con un pallone
indirizzato all’incrocio. Il portiere si riverlerà protagonista assoluto
della partita. Passa poco però e al 16′ giunge inesorabile il vantaggio
del Cile. Sanchez prende palla e serve il terzino Mena che parte sulla
sinistra e dal fondo mette in mezzo un cross teso che Raldes svirgola,
ma su quale si avventa Edu Vargas che, solo in mezzo
all’area, insacca. Per l’attaccante secondo gol in 3 giorni (quarto nel
girone di qualificazione) e messaggio forte e chiaro recapitato al De
Laurentis. La Bolivia appare stordita, il Cile ne approfitta:
triangolazione sulla destra tra Vargas e Vidal,
con l’attaccante che approfitta del black out dello spaesato Gutierrez e
serve in area lo juventino, il quale chiuso da tre difensori si inventa
un incredibile scavetto: palla sulla traversa e Sanchez che ribatte da
un metro. 18′ minuto Cile 2 – Bolivia 0. Il micidiale 1-2 sveglia La Verde che mette a posto le cose dietro e al 32′ accorcia le distanze con il solito Marcelo Moreno Martins
il quale scambia con Mojica, buca al centro la difesa avversaria e
batte Bravo con un bel diagonale. Anche per lui quarto gol nel girone.
Ma la marcatura ospite appare più che altro un fuoco di paglia visto che
prima della fine del primo tempo i padroni di casa vanno per tre volte
vicini alla terza marcatura sempre con Vidal, che prima servito in area
da un illuminante Guido Pizarro conclude in spaccata esaltando Galarza,
poi cerca il gol su punizione da 35 metri con un tiro potente che si
spegne mezzo metro fuori, e infine servito da Sanchez al limite
dell’area conclude a botta sicura ma c’è ancora Galarza a dirli di no. L’ammonizione di Veizaga conclude un primo tempo di dominio Rojo.
La ripresa si apre con gli ingressi di
Edivaldo e Cardozo per Chumacero e Chavez ma per la Bolivia la musica
non cambia non dimostrandosi incisiva. Ed anzi ad andare avanti è il
duello tra Vidal e il portiere avversario che sembra avere un conto
aperto con l’ex Bayer Leverkusen. A metà ripresa Guido Pizarro vince un
contrasto sulla tre quarti e serve in profondità “re Artù” che conclude
di potenza sul primo palo, ma stasera Galarza (almeno per lui) sembra
essere insuperabile. Di certo la ripresa è meno scoppiettante della
prima frazione: al Cile va bene la vittoria, e di certo agli ospiti sta
bene non prenderne troppe. Si va avanti quindi con la girandola dei
cambi, con Sampaoli che trova spazio anche per sperimentare la difesa a
3, e con qualche ammonizione per gli ospiti. Ma quando tutto sembra
volgere alla fine, ecco finalmente l’atteso acuto di Vidal, che servito di sinistro dal neo entrato Beausejour solo in area, insacca di testa sotto la traversa.
Quarantacinque minuti. Basta un tempo alla Colombia per sbarazzarsi di un giovane Perù
arrivato a Barranquilla troppo coperto per poter impensierire una
nazionale già forte di suo, che davanti al proprio pubblico del Metropolitano si esalta come non mai. Ed infatti dopo una dozzina di minuti Radamel Falcao trasforma un generoso rigore concesso dall’arbitro brasiliano Ricci spianando la strada ad un successo più che preventivabile.Eppure la Franja ci prova con timidezza grazie al trio Farfan,
Guerrero, Pizarro che vuole ripetere l’ottima prova offerta con
l’Ecuador. Ma il caldo e l’umidità la fanno da padrone, e quando il neo
acquisto del Monaco Falcao realizza il penalty del vantaggio nato da
un’entrata scomposta di Yotun su Zuñiga il Perù di Markarian si trova a
dover rincorrere senza aver ancora proposto nulla. La reazione è
affidata ai piedi di Farfan, che di destro prova a
scuotere Ospina in un paio di circostanze, ma quando il Perù pare poter
pervenire al pari arriva l’invenzione di Pablo Armero che sulla sinistra si beve mezza fascia ospite e trova l’imbucata per il tocco di Teo Gutierrez. E’ il raddoppio che spegne definitivamente le velleità peruviane, e quando nella ripresa Ricci tira fuori il rosso a Zambrano
per un’entrataccia su Falcao il match vola definitivamente in ghiaccio.
Ora il Perù deve riordinarsi le idee e concentrarsi sul vero spareggio
che giocherà a settembre in casa contro l’Uruguay, dove tre punti
significherebbero cullare il sogno brasiliano fino all’ultimo. La Colombia avrà il match point contro l’Ecuador: se vince, vola in Brasile.
RISULTATI 14/A GIORNATA
Ecuador 1-1 Argentina
Ecuador 1-1 Argentina
Venezuela 0-1 Uruguay
Cile 3-1 Bolivia
Colombia 2-0 Perù
CLASSIFICA
Argentina 26 (13)
Colombia 23 (12)
Ecuador 21 (12)
Cile 21 (13)
Uruguay 16 (12)
Venezuela 16 (13)
Peru 14 (12)
Bolivia 10 (13)
Paraguay 8(12)
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