lunedì 1 luglio 2013

Sudafrica, i Kaizer Chiefs tornano a vincere - La Review della stagione


Il cielo è giallonero, sopra Soweto. Dopo un biennio monopolizzato dagli Orlando Pirates, in Sudafrica l'altra metà della zona urbana ovest di Johannesburg torna a festeggiare un trofeo. Nella più grande township del Sudafrica, che ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della lotta all'apartheid, i Kaizer Chiefs, alzano al cielo il torfeo che li incorona campioni 2012/13 dopo un testa a testa durato per l'intera stagione con i rivali dei Pirates ed i Platinum Stars. Il nome "Soweto" è una contrazione di "South Western Townships", e a tutt'oggi è una zona povera dove il calcio - lo sport della gente di colore - ha preso il sopravvento.


Fondati nel 1970 e una delle squadre più rappresentative del Sudafrica, i Chiefs riescono finalmente a spezzare il dominio rivale, mettendo in bacheca il dodicesimo titolo della sua storia. Una storia particolare, quella degli AmaKhosi (nomignolo del club: “Capi”, in lingua Zulu), la squadra con più simpatizzanti in tutta l’area meridionale del Continente africano. Fondata negli Anni Settanta da un celebre calciatore sudafricano, Kaizer Motaung, che ha giocato nella NASL, la defunta lega americana, negli Atlanta Chiefs, e si è innamorato di questo nomignolo, “Capi”, nell’accezione rivolta alle guide dei pellerossa ( e infatti il logo del club richiama i nativi americani). Motaung è ancora presidente e proprietario degli AmaKhosi, nonostante su di lui piovano continue critiche sulla gestione societaria di un club che - comunque - fa parte del movimento calcistico più ricco dell'intera Africa.

Il successo dei Chiefs è conseguenza di programmazione e spirito di gruppo; un gruppo composto da una spina dorsale importante e di livello che alla lunga ha portato quei (pochi) punti in più per arrivare a mettere le mani sul titolo. In panchina un sergente di ferro, lo scozzese Stuart Baxter, 58 anni ed esperienza da vendere in patria ma - come ama definirisi lui - un romantico giramondo. Il suo 4-3-3 ha incantato le platee sudafricane, imperniato sull'asse centrale composto dal portiere Khune, dal centrale Mashamaite, dal mediano Letsholonyane e dal centravanti Parker, capocannoniere della squadra con 12 reti. Intorno a loro tanta carne al fuoco, anche in chiave internazionale dove i Chiefs proveranno a riportare in patria una Champions League ormai miraggio di tutti i sudafricani. In difesa, sulle fasce, si sono distinti i due nazionali Sibusiso Gaxa - a destra - e  Tsepo Masisela, laterale mancino che ha fatto da chioccia al 22enne Keegan Ritchie. Con Mashamaite, al centro, un altro ragazzo molto interessante si è disimpegnato con grande profitto: Eric Mathoho, classe 1990 di Tshiombo, alto 198 centimetri e praticamente insuperabile nel gioco aereo. Ma il vero punto di forza è stato il trio del centrocampo, dove il velocissimo Siphiwe Tshabalala ha avuto modo di creare gioco come mezz'ala di sinistra, usando il suo mancino che da tempo ispira a queste latitudini, togliendosi lo sfizio di andare quattro volte in gol oltre a dispensare numerosi assist. Con lui, il già citato Letsholonyane e Willard Katsande, 26enne dello Zimbabwe. Una mediana ricca di talento, che ha facilitato la prolificità delle punte. Bernard Parker, centravanti della nazionale, ha trovato in Lehlohonolo Majoro e Kingston Nkhata (anche lui dello Zimbabwe) gli esterni ideali con i quali, in totale, ha portato l'attacco degli AmaKhosi a siglare 28 reti sulle 42 totali di squadra.

Le altre non sono state a guardare, ma quest'anno la differenza tecnica tra la prima e le altre era particolarmente rimarcata. Ciononostante i Pirates, squadra per la quale fa il tifo Nelson Mandela, se la sono giocata fino all'ultimo; nelle ultime due giornate però è arrivato il pari, 0-0, nel derby sentito coi futuri campioni e nell'incontro di congedo, davanti alla propria gente, i Pirati sono stati sconfitti 3-2 in casa, annullando di fatto le poche chanches di successo. I complimenti in relazione alle prospettive vanno fatti ai Platinum Stars, squadra senza stelle che con il bel gioco è rimasta in pista fino alla fine. Un secondo posto, per le Stelle, che se non altro si sono prese la soddisfazione di battere i Chiefs alla dodicesima giornata, per 2-0, infliggendogli la prima sconfitta stagionale (su tre totali). Molto bene anche la neopormossa Pretoria FC, che da vittima sacrificale ha ottenuto un importantissimo ottavo posto.

Dopo il meglio, diamo un'occhiata anche al peggio della stagione. I Mamelodi Sundowns avevano monopolizzato la sessione di mercato dello scorso anno spendendo circa 2 milioni di dollari (tantissimo a certe latitudini) per portare a Pretoria tre giocatori considerati top per il livello del torneo, ma a conti fatti Rodgers, Mangele e la punta Baffour non hanno portato migliorie al sistema di gioco dei gialloverdi. Salutano invece la prima divisione i Black Leopards, che retrocedono dopo due miracolose salvezze; dopo sole 5 vittorie, 8 pareggi e ben 17 sconfitte i Leopardi salutano e si consolano con l'unica nota positiva della stagione, ovvero la punta Ramagalela, autore di 9 reti e dalla cui plusvalenza si potrà ripartire. A laurearsi capocannoniere del torneo è Katlego Mashego, punta in forza ai Moroka Swallows autore di 14 reti, mentre per quanto riguarda il capitolo promozione rivedremo nella massima serie gli Mpumalanga Black Aces, che nel triangolare playoff con Santos - terza classificata in seconda serie - e Chippa United (arrivata penultima in Premier Soccer League) si sono imposti vincendo il gironcino all'italiana e accompagneranno così il Polokwane City.

CLASSIFICA FINALE
Kaizer Chiefs 57 (Campione)
Platinum Stars 56
Orlando Pirates 52
BIDVest Wits 44
Bloemfontein C. 42
SuperSport Utd. 41
FS Stars 41
Pretoria 40
M. Swallows 40
Sundowns 39
Maritzburg Utd. 39
AmaZulu FC 32
Golden Arrows 31
Ajax Cape Town 31
Chippa 28 (Retrocessa dopo playout)
Black Leopards 23 (Retrocessa)

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