domenica 8 settembre 2013

CONMEBOL, ROAD TO FIFA WC BRASIL 2014 - Uruguay corsaro in Perù. Colombia e Cile: il Brasile è vicino


Sono bastati due squilli dell’attaccante del Liverpool Luis Suárez per battere il Peru a domicilio, e rilanciare gli uomini di Tabarez verso Brasile 2014. La gara di Lima era in sostanza un testa a testa per il quinto posto valido per lo spareggio, ed entrambe arrivavano da prestazioni nel girone con più alti che bassi, in una gara da dentro o fuori. Passa l’Uruguay, ora quinto a +3 sul Venezuela con una gara in meno, ma soprattutto a -2 dall’Ecuador, quarto e ormai messo nel mirino. Il Peru invece colto dal nervosismo chiude in 10 e nella sostanza dice addio al mondiale sudamericano.

Le due selezioni si presentano con tutte le stelle in campo. Per la Blanquiroja tutto affidato al trio Guerrero-Pizarro-Farfán, mentre tra gli ospiti spicca la linea offensiva formata da Cavani, Suárez e Forlán con in più gli ‘italiani’ Caceres e Gargano dal 1′ L’Uruguay passa nel finale di primo tempo con Suárez che si insinua in area e trova il fallo di Ramos: rigore che lo stesso attaccante del Liverpool trasforma spiazzando Fernandez. Prima della fine del tempo, in pieno recupero, il difensore Yotun Flores perde la testa e viene mandato fuori con un rosso diretto. La ripresa ricomincia con la Celeste intenzionata a chiudere i giochi, così Makarian si gioca i tre cambi inserendo Johel Herrera, Juan Vargas e Cristopher Hurtado. Ma al 67′ nuovamente il numero 9 uruguayano (ancora sotto squalifica in Premier per via del morso tirato ad Ivanovic) conclude di potenza in piena area, finalizzando uno spunto del redivivo Christian Stuani subentrato a Diego Forlán a metà primo tempo. La partita sembra essere chiusa, ma a 5 dal termine Jefferson Farfán accorcia le distanze grazie ad una splendida punizione dal limite. donando una flebile speranza di rimonta ai suoi. Troppo tardi per rimettere tutto in discussione, e le lacrime nel finale dello stesso Farfán testimoniano come questa fosse l’ultima fermata per i peruviani.


Al Metropolitano di Barranquilla si affrontano due delle migliori formazioni del girone sudamericano di qualificazione a Brasile 2014: la Colombia, seconda in classifica e ad un passo dal tornare ad un mondiale, e l’Ecuador, terzo a due punti di distacco dai cafeteros. Favoriti, senza dubbio, i padroni di casa, che nella Puerta de Oro de Colombia hanno perso soltanto con l’Argentina, subendo soltanto due gol nelle sei gare fin qui disputate.
Il clima, qui, è sempre un problema: l’umidità ed il calore, come al solito, non mancano. Le abbondanti piogge rendono il campo impraticabile e la terna arbitrale si vede costretta a posticipare di un’ora e mezza il calcio d’inizio. Alla fine, comunque, si gioca. Pekerman, privo del capitano Yepes e del milanista Zapata, squalificati, schiera un 4-4-2 piuttosto offensivo con Falcao, in dubbio fino alla vigilia, appoggiato in attacco da Teo Gutiérrez, e James Rodríguez e Macnelly Torres sulle fasce; Zuñiga e Armero agiscono da esterni della difesa a quattro. Schieramento più sorprendente quello di Rueda, rimasto privo del Chucho Benítez, tragicamente scomparso, e di Caicedo, squalificato: il ct colombiano opta così per un 4-5-1 atipico, con Valencia e Montero larghi, l’esperto Méndez ad aiutare la coppia di centrocampisti centrali Castillo-Noboa ed Enner Valencia, sorpresa dell’ultim’ora, in posizione più avanzata. Una Tri senza punte, quindi, perché il giocatore dell’Emelec, preferito a Narciso Mina, è un centrocampista offensivo, un’ala, tutto tranne che un attaccante centrale.
L’idea di infoltire il centrocampo, anche a costo di privare la squadra di un punto di riferimento in avanti, sembra funzionare; i colombiani, primissimi minuti a parte, non vanno velocissimi e riescono a creare qualcosa soltanto con l’occasionale palla in profondità. L’Ecuador, pericoloso quando Jefferson Montero va a sfidare Zuñiga, ha la prima vera occasione del match, proprio con una conclusione di Turbina deviata in angolo da Ospina. A cambiare le carte in tavola, al 28′, è l’espulsione di Achilier, che si vede costretto ad intervenire su un Teófilo Gutiérrez lanciato a rete: l’arbitro non può che espellere il difensore dell’Emelec. Due minuti dopo arriva il gol: Falcao tenta la conclusione dalla distanza, Erazo devia leggermente, Banguera respinge soltanto, James Rodríguez arriva prima di Paredes e insacca. Si va all’intervallo sull’1-0, con l’Ecuador in dieci e Castillo arretrato sulla linea dei difensori.
Al rientro dagli spogliatoi altra sorpresa: si spegne buona parte delle luci dello stadio, i giocatori attendono al buio, sotto la pioggia battente, che lo spettacolo possa proseguire. Tra i padroni di casa Cuadrado prende il posto di Aguilar, mentre Rueda inserisce Guagua, un difensore, al posto di Méndez. Quando finalmente il gioco riparte, si assiste ad un incontro più vivace: alla Colombia non mancano le occasioni per raddoppiare (clamorosa quella sciupata da Gutiérrez su assist di Cuadrado), ma l’Ecuador non si dà per vinto e per buona parte del secondo tempo non sembra nemmeno essere in inferiorità numerica. Al momento decisivo, però, arriva l’errore: è il minuto 61 quando Sánchez atterra Antonio Valencia in area di rigore: Heber Lopes assegna la massima punizione e, in assenza del rigorista Caicedo, Walter Ayoví si presenta sul dischetto, inviando però il pallone a lato della porta. L’Ecuador ci proverà fino alla fine, ma la scelta del tecnico di non inserire una punta complica non poco le cose: alla fine è la Colombia, sicura almeno del quinto posto, a festeggiare con tanto di fuochi d’artificio. Per la Tri, superata dal Cile ma con una gara in meno, si tratta ora di cambiare scenario e andare a raccogliere punti sulle alture boliviane.


Ottima prestazione de La Roja che schianta 3-0 un Venezuela parso in alcuni frangenti troppo poco organizzato e poco combattivo. Sebbene questa non sia una notizia, vuoi perchè il Venezuela inseguiva la vittoria dal lontano 18/lug/2011, vuoi perchè sulla carta gli uomini di Sampaoli sono sicuramente di un altro spessore rispetto ai cugini, questo successo lancia i cileni al 2° posto in classifica a soli due punti dalle capoliste Argentina e Colombia (in campo oggi).
Vittoria dunque che non solo proietta i transandini piu vicini al traguardo “Brasile 2014″ ma che costringe anche l’Argentina, indipendentemente dal risultato di oggi, ad aspettare minimo un altro turno per qualificarsi.
La partita comincia subito aggressiva per il Cile, che tra le mura amiche ci tiene a non fare brutta figura: pressing alto a centrocampo e ripartenze lungo le fasce. Dopo 10 minuti ci pensa Vargas ad  aprire le danze. La Vinotinto accusa terribilmente la botta, ma invece che rispondere colpo su colpo si dimostra sempre più una squadra intimorita e senza idee. Al contrario i cileni sono rabbiosi e continuano a dominare il campo. Alla mezz’ora c’è anche spazio per il raddoppio: calcio d’angolo per il Cile, colpo di testa di Vidal respinto e tapi vincente di Gonzalez a portiere battuto.
Nella ripresa il Cile si accontenta di amministrare il risultato ed ha 3-4 chances di chiudere il match. Il Venezuela recrimina per un gol di Rondon annullato al 53′ per presunto fallo dell’attaccante, che avrebbe potuto riaprire la gara. Aria fritta. Ci pensa Vidal a sei minuti dal termine a spegnere ogni dubbio con un cabezazo ravvicinato che pone i titoli di cosa sulla partita. Cile batte Venezuela 3-o.


Bolivia definitivamente fuori dei giochi, Paraguay non più ultimo in classifica. Questo il doppio “verdetto” della gara giocata nella notte tra Paraguay e Bolivia: i 90 minuti hanno visto un Paraguay nettamente superiore, con i boliviani schierati in difesa per cercare di prendere meno gol. Obiettivo non raggiunto per la Verde, che prende 4 reti da altrettanti marcatori diversi e lascia così ogni già remota speranza di qualificazione. Al Paraguay, invece, la magra soddisfazione di lasciare l’ultimo posto per il penultimo, ma qualche segnale positivo dalla squadra, ringiovanita dall’ex CT dell’Under 20 Víctor Genes.
Debutta Ángel Romero del Cerro tra le file bianco-rosse; Azkargorta opta invece per un 4-5-1 con Moreno unica punta centrale. Fin da subito il Paraguay appare padrone del campo, e impegna più volte Galarza; il primo gol giunge al 16′: cross in area dalla fascia destra, la palla arriva a Fabbro, che in area tira e segna senza grandi problemi. Durante il primo tempo il copione prosegue invariato: Paraguay che attacca, Bolivia che cerca di evitare altri gol.
All’inizio del secondo tempo una timida reazione boliviana è subito arginata dal Paraguay, che riprende ad attaccare: l’occasione per Romero al primo minuto è seguita subito dopo dal raddoppio, firmato da Santa Cruz di testa. Ancora una volta, i boliviani tentano di reagire, ma è un lampo breve e subito dopo torna l’Albirroja. Al 65′ due cambi: entrano Óscar Romero al posto del fratello Ángel e Antonio Sanabria al posto di Fabbro. Sanabria tenta più volte il tiro da fuori, mentre Romero si pone nei pressi dell’area per tentare di convertire in gol un cross rasoterra. Al 79′, 3-0 a opera di Richard Ortiz su assist di Santa Cruz. Poco dopo, Gustavo Gómez segna il definitivo 4-0 con un colpo di testa da calcio d’angolo.
Si chiude così la partita, con la vittoria del Paraguay che, più che rilanciarlo in vista della qualificazione, parrebbe mettere delle buone basi per ricostruire una Nazionale che, di fatto, ha fallito questo girone per Brasile 2014. La Bolivia prosegue nella sua storia di sconfitte e spera nel nuovo corso per tentare l’assalto a Russia 2018: per il Brasile è già troppo tardi.

RISULTATI 14ª GIORNATA
COLOMBIA 1-0 ECUADOR
PERU' 1-2 URUGUAY
CILE 3-0 VENEZUELA
PARAGUAY 4-0 BOLIVIA

CLASSIFICA
COLOMBIA 26
ARGENTINA 26
CILE 24 *
ECUADOR 21
URUGUAY 19
VENEZUELA 16 *
PERU' 14
PARAGUAY 11
BOLIVIA 10 *

* una partita in più


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