Notte magica all’Estadio Centenario di Montevideo: 60000 anime
incollate ai seggiolini ed in apnea fino ad un quarto d’ora dalla fine.
Il colpo d’occhio è quello delle grandi occasioni e questa sera vogliono esserci proprio tutti per spingere la Celeste verso un match decisivo per il proseguo della qualificazione alla prossima coppa del mondo. L’urlo di gioia, il boato di liberazione, che si sarà sentito almeno fino a Punta del Este, arriva finalmente a pochi minuti dalla fine, dopo settantasette minuti di dura lotta tra due grandi squadre di questo girone.
Il colpo d’occhio è quello delle grandi occasioni e questa sera vogliono esserci proprio tutti per spingere la Celeste verso un match decisivo per il proseguo della qualificazione alla prossima coppa del mondo. L’urlo di gioia, il boato di liberazione, che si sarà sentito almeno fino a Punta del Este, arriva finalmente a pochi minuti dalla fine, dopo settantasette minuti di dura lotta tra due grandi squadre di questo girone.
L’Uruguay del maestro Tabarez vince 2-0 contro una Colombia, che è solo il fantasma dello sparring partner che era fino a qualche anno fà. Los Cafeteros
sono ormai diventati una squadra temibile per qualunque nazionale e lo
dimostrano subito nel primo tempo rendendosi subito pericolosi con James
Rodriguez prima (gran botta dalla distanza deviata da Muslera) e con
Radamel Falcao poi. La Celeste, nonostante la spinta del suo
pubblico, gioca contratta, consapevole della posta in palio. La squadra
di Pekerman amministra bene il gioco per la maggior parte del tempo ma
non riesce a rendersi pericolosa.
L’intervallo diventa fondamentale e nella seconda metà infatti si vede un altro Uruguay: prima Cavani con un tiro potente centra la traversa e poi ci pensa Suarez con uno spettacolare tiro al volo a far venire i brividi a Ospina, ma la palla si stampa sul palo. E’ il preannuncio del gol che sta per arrivare: 77′ Pereira scodella in mezzo un cross per Cavani che, complice un immobile difesa cafetera, insacca senza problemi da vero bomber.
La Colombia, che aveva tenuto bene fino ad ora, è tramortita. Passano appena 4 minuti ed un incredibile giocata di Gaston Ramirez (stop, controllo e assist in mezzo a 3 difensori) smarca Stuani, che libero in area non può sbagliare: 2-0. Tabarez può finalmente prendere fiato e smettere di sgolarsi, godendo anche nel veder la sua squadra “vendicarsi” della sconfitta di l’anno scorso a Barranquilla per 4-0.
L’intervallo diventa fondamentale e nella seconda metà infatti si vede un altro Uruguay: prima Cavani con un tiro potente centra la traversa e poi ci pensa Suarez con uno spettacolare tiro al volo a far venire i brividi a Ospina, ma la palla si stampa sul palo. E’ il preannuncio del gol che sta per arrivare: 77′ Pereira scodella in mezzo un cross per Cavani che, complice un immobile difesa cafetera, insacca senza problemi da vero bomber.
La Colombia, che aveva tenuto bene fino ad ora, è tramortita. Passano appena 4 minuti ed un incredibile giocata di Gaston Ramirez (stop, controllo e assist in mezzo a 3 difensori) smarca Stuani, che libero in area non può sbagliare: 2-0. Tabarez può finalmente prendere fiato e smettere di sgolarsi, godendo anche nel veder la sua squadra “vendicarsi” della sconfitta di l’anno scorso a Barranquilla per 4-0.
Con questa vittoria l’Uruguay rimane in corsa per “Brasile 2014″
posizionandosi al 5° posto, a +3 dal Venezuela (con una partita in più).
Decisiva sarà la prossima partita a Quito contro l’Ecuador per il
quarto o quinto posto del girone. La festa in Colombia, invece, è
rimandata al prossimo turno, ma non dovrebbero esserci troppi problemi
per quello che sembra essere un gradito ritorno dopo ben 16 lunghi anni
fuori da un mondiale.
Era una sfida con implicazioni radicalmente diverse. Da una parte il
Venezuela, che doveva vincere per proseguire la sua rincorsa al 5º
posto, che darebbe la possibilità di disputare lo spareggio inter-zona;
dall’altra il Perù, che era quasi fuori dai giochi e aveva bisogno
assoluto di 3 punti per non perdere definitivamente il contatto con la
quinta posizione. Le due sorprese della Coppa America 2011
(rispettivamente 4ª e 3ª classificata) si sono date battaglia, ma alla
fine la Vinotinto ha prevalso, esprimendo un buon gioco nel teatro di
Puerto La Cruz e dominando per praticamente tutto l’incontro. Il Perù
saluta il Mondiale: le sue chance di qualificarsi sono ora nulle.
Viste le premesse, entrambe le formazioni sono scese in campo con
l’assoluto imperativo di vincere. L’inizio è a tinte venezuelane: i
padroni di casa dimostrano superiorità fin dai primi minuti, ma non
riescono a concretizzare in gol il proprio gioco d’attacco. Al 20′
minuto, Paolo Hurtado è servito da Lobatón, che aveva recuperato il
pallone a metà campo: il centrocampista del Paços de Ferreira segna
senza problemi di fronte a Hernández. Il Venezuela assorbe il colpo e si
impegna per recuperare; al 37′ è José Salomón Rondón a rimettere il
punteggio in parità, con un bel gol con annesso tunnel al difensore.
Chiusosi così il primo tempo, la seconda frazione prosegue sul medesimo
tono: ancora il Venezuela all’attacco dei peruviani. Il possesso di
palla della Vinotinto è quasi barcelloniano, costante e oltre il 60%: al
61′ giunge il calcio di rigore fischiato da Abal. A segnarlo è César
González, è la rete del sorpasso. 2-1, e il Venezuela riagguanta la
speranza Mondiale. Al 76′ Rómulo Otero, entrato da neanche 10 minuti,
segna con un rasoterra e porta i padroni di casa sul 3-1. All’88º minuto
Carlos Zambrano accorcia le distanze con un colpo di testa, ma per il
Perù è già tutto perduto. Il Venezuela rimane a -3 dall’Uruguay, che in
calendario ha le difficili sfide con Ecuador e Argentina: alla
Vinotinto, invece, rimane solo da incontrare in casa il Paraguay,
tornato all’ultimo posto. La tensione è ancora alta, il Mondiale è
ancora fattibile, ma le difficoltà sono moltissime. Tutto dipende
dall’Uruguay.
Si pensava ad una passeggiata, invece la trasferta boliviana dell’Ecuador si è incredibilmente trasformata in un pessimo incubo, dal quale la Tricolór
è rinsavita grazie ad un dubbissimo rigore trasformato da Felipe
Caicedo. Detto questo, la vittoria del Venezuela contro il Perù e i
contemporanei tre punti dell’Uruguay complicano – non di poco – i piani
dell’Ecuador, che ai 3600 metri di La Paz soffre da impazzire una Bolivia ormai fuori dai giochi.
La Verde però ha orgoglio e vuole
ben figurare davanti alla propria gente, e complice un avversario
abbastanza infiacchito (ma il discorso altura non attacca, dato che
anche in Ecuador si gioca ad alta quota) mette in scena una partita
ammirevole, fatta di ripartenze veloci e sovrapposizioni che fanno
sbandare spesso la difesa a tre ospite. Dopo un primo tempo in cui la
Bolivia prende adeguatamente le misure, in avvio di ripresa arriva il
vantaggio su bella azione imbastita dai soliti Rudy Cardozo e Juan
Carlos Arce, che imbeccano il neo entrato Arrascaíta per il gol dell’1-0.
In campo da un minuto, l’attaccante numero
nove era stato escluso dall’undici titolare appannaggio di Azogué, che
nei primi 45 minuti non si è fatto vedere facendo tornare sulle proprie
decisioni il tecnico boliviano. Ma l’1-0 dura poco, perchè l’Ecuador –
fino ad allora inesistente – si procura un rigore che ai più non è sembrato così netto. Non è così per la terna, che fischia il calcio dagli undici metri trasformato da Caicedo
per il pari, che sarà poi anche il finale. Già, perchè nel recupero sui
piedi di Guerrón capita la palla del sorpasso, ma l’esterno (che gioca
in Cina) fallisce clamorosamente davanti a Quinonez.
Proprio vero che chi fa da sé fa per tre. Il pareggio dell’Ecuador in
Bolivia, e poi la vittoria dell’Uruguay con la Colombia, obbligano l’Argentina a battere il Paraguay
per essere certa, con due turni d’anticipo, di staccare il pass per i
Mondiali brasiliani del prossimo anno. Non che sia un’impresa titanica,
perlomeno contro questo avversario. La mesta Asunción, tana di una
nazionale eliminata da tempo seppur non matematicamente, si colora di albiceleste:
Messi e compagni vanno di goleada, 5-2, dimostrandosi (se mai ce ne
fosse bisogno) la nazionale nettamente più forte del girone
sudamericano, in assenza del Brasile.
Apre proprio Messi, dopo 12 minuti. Contropiede da
manuale, Agüero riceve da Di Maria ed è steso dal portiere Fernández, un
passato proprio in Argentina con Estudiantes e Racing: tranquillo il
sinistro della Pulga, a spiazzare l’arquero avversario. Il pari di Núñez,
che 5 giri di lancette più tardi sfrutta un’incertezza dell’ex doriano
Romero, è solo un accento biancorosso in un testo tutto biancoceleste.
Anche se preoccupa una retroguardia ancora da rivedere, priva di
titolari come Federico Fernández e Garay e con Coloccini e Basanta al
loro posto. In attacco, ovviamente, è tutta un’altra storia. Proprio Agüero spara di sinistro, incrociato, la botta del 2-1, riportando in vantaggio la nazionale di Sabella alla mezzora.
La goleada non tarda ad arrivare. Dal 50′ al 53′, altri due palloni imbucati nella rete di Fernández: Di Maria
scappa in contropiede e firma il tris, chiudendo in pratica i giochi
con 40 minuti d’anticipo, poi Messi ne mette un altro dal dischetto,
sfruttando la propria furbizia nel cadere a terra su un contatto veniale
con Candia. Argentina ai Mondiali, senza problemi. Ma il finale regala
un altro paio di emozioni: accorcia ancora Santa Cruz, solo per la dignità paraguaiana, poi Maxi Rodríguez fa cinquina, dopo un uno-due stretto con Lavezzi. “Dobbiamo ancora migliorare. Però abbiamo un bel gruppo e i giocatori si impegnano moltissimo” dice Sabella nel post partita. Tempo per raddrizzare ciò che non va, da qui all’estate del 2014, ce n’è.
RISULTATI
Uruguay 2-0 Colombia
Venezuela 3-2 Perù
Bolivia 1-1 Ecuador
Paraguay 2-5 Argentina
CLASSIFICA
Argentina 29
Argentina 29
Colombia 26
Cile 24
Ecuador 22
Uruguay 22
Venezuela 19 *
Perù 14
Paraguay 11
Bolivia 11 *
ARGENTINA e COLOMBIA già qualificate per Brasile 2014
* Venezuela e Bolivia una partita in più
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