mercoledì 8 gennaio 2014

Verso Atletico Madrid - Barcellona: Simeone vs Martino, ma non solo


Rosario, Argentina, anno 1988. Al Coloso del Parque si affrontano Newell's Old Boys e Velez. Leonel Messi - rosarìno di nascita -  aveva solo un anno, e ancora non si poteva sapereche sarebbe diventato il più grande di tutti. Quel giorno, a metà del secondo tempo nel Velez entra un ragazzino di cui nessuno ha mai sentito parlare e che, ben presto, rimedierà a questa mancanza. Al primo pallone toccato punta un avversario, che non potendolo arginare lo stendi impietosamente beccandosi il secondo giallo del match, e finendo inevitabilmente negli spogliatoi anzitempo. Il ragazzino era Diego Pablo Simeone, l'espulso Gerardo Martino.


E' questa l'istantanea migliore per introdurre Atletico Madrid - Barcellona, big match della Liga spagnola che andrà in scena sabato sera nel magnifico teatro del Vicente Calderon. Di fronte, le due squadre più in forma del campionato. La sorpresa e la conferma, si potrebbe quasi dire, perchè se è vero che il Barça rimane là davanti anche senza convincere in pieno, i Colchoneros stanno dimostrando molto in questi primi sei mesi di stagione durante i quali hanno giocato un calcio a tratti devastante. Merito, ovviamente, in primis dei tecnici, arrivati entrambi sulle relative panchine in momenti storici complicati e capaci, con arguzia, di entrare nel cuore dell'ambiente pur essendo due stranieri.

Diego Simeone, tecnico dell'Atletico

Il lavoro di Diego Pablo Simeone all'Atletico è sensazionale, ed è in costante ascesa da poco più di due anni. Nel dicembre del 2011, il Cholo arriva a Madrid dopo alcune esperienze altalenanti da allenatore più per questioni di cuore che per altro. Perchè l'Atletico, per Simeone, rappresenta più di un semplice club. Con la maglia biancorossa, da giocatore, era un idolo della tifoseria, per la quale ha giocato cinque stagioni complessive divise in due esperienze. Decimo in campionato, con poche velleità di rilanciarsi, l'Atletico di Simeone - subentrato all'esonerato Manzano - inizia un recupero super che lo porterà al quinto posto finale, sfiorando la qualificazione in Champions, e alzando l'Europa League vinta 3-0 contro l'Athletic Bilbao di Marcelo Bielsa. A seguire, lo scorso anno, i Colchoneros centrano la Champions, trascinati dai gol di Falcao e da un gioco esaltato dai perfetti meccanismi della squadra. Calcio semplice, quello di Simeone, che ha avuto il merito di utilizzare sempre gli uomini giusti al posto giusto, cementando il gruppo di anno in anno e facendo sentire tutti i giocatori parte di un progetto importante. Il suo 4-4-2 vince e convince, nonostante gli azzardi che il Cholo si è permesso lanciando i vari Courtois, Koke e - più recentemente - Oliver Torres.. Perchè ognuno - appunto - sa cosa fare. In estate poi è stato compiuto un mezzo miracolo con la cessione di Falcao, sostituito con David Villa che - secondo l'opinione di molti - sarebbe dovuto essere il nuovo punto di riferimento offensivo. E invece no, perchè al Cholo non piace vincere facile, ed ecco che quindi il mago sfodera un altro coniglio dal cilindro. Dopo anni a girovagare tra Spagna e Portogallo, all'Atletico decidono di dare una possibilità a Diego Costa, dopo l'ottima stagione passata al Rayo Vallecano in cui l'attaccante ha timbrato il cartellino dieci volte. E il ragazzo esplode, da centravanti libero di svariare su tutto il fronte offensivo, tanto da essere ad oggi il capocannoniere del campionato. E' corretto quindi affermare che, alla partita delle partite, la squadra ci arriva in un momento positivo, soprattutto dopo la vittoria di Malaga, molto difficile, risolta da Koke su un lampo (guarda un po') proprio del Pichichi. Mancherà Juanfran, terzino destro e leader carismatico del gruppo, ma Simeone - che non intende aver paura del Barcellona - ha già fatto sapere che toccherà al giovane Javi Manquillo, classe 1994, atteso ad un battesimo di fuoco. Molto semplice, come Simeone, che dopo la vittoria in Copa del Rey ha rischiato di mancare alla premiazione perchè impegnato a telefonare al figlio. "Hai visto che ce l'abbiamo fatta?", giura di aver sentito chi era presente. "Abbiamo", appunto. Perchè il gruppo non va sottovalutato.

Gerardo Martino (Barcellona)

Gerardo Martino è tipo di poche parole. Troppo poche, per l'ambiente Barcellona, che più di una volta si è domandato se il Tata fosse l'uomo giusto per rappresentare non tanto il club, quanto lo stile blaugrana. Risposta? Probabilmente sì. Senza Messi, infortunatosi poco più di un mese fa, Martino ha ridisegnato la squadra dando maggior importanza a figure che con Guardiola erano finite ai margini, dimostrando così di saper fare le proverbiali "nozze con i fichi secchi". Due su tutti, Cesc Fabregas ed Alexis Sanchez. Il centrocampista ex Arsenal, ritornato in Catalogna per una scelta di vita, sta vivendo la sua stagione migliore con il Barça, ha avanzato il suo raggio d'azione e molto spesso gioca da "falso nueve", figura che Guardiola ha provato ad esportare in Germania e che, il Tata, ha mantenuto intatta in terra spagnola. Il cileno invece sta ritornando sui livelli di Udine, ha segnato la sua prima tripletta con la l'attuale club proprio nella scorsa partita e si è segnalato come uno dei giocatori più in salute della rosa. Pungente, innamorato del lavoro e bravo nella gestione dei rapporti interpersonali; Martino piace molto ai giocatori, tanto che nei mesi scorsi alcuni di loro lo hanno anche apertamente dichiarato, e d'altronde non potrebbe essere altrimenti per uno che ha saputo gestire a meraviglia un cavallo pazzo come Neymar. Sarà proprio il brasiliano, con Pedro (altro giocatore che si sta esprimendo su livelli spaziali), a guidare l'attacco del Barça nella trasferta di Madrid, assieme al rientrante Messi. Dietro, confermati tutti, dato che Atletico - Barcellona sarà anche una sfida tra interpreti impressionanti, iniziando dal duello tra i portieri dove il vecchio (Victor Valdes) sfida l'astro nascente Courtois, che prossimamente potrebbe anche prenderne il posto qualora il Barcellona decidesse di non puntare su Ter-Stegen. 

Da segnalare anche come si affontino le due migliori difese, blindate rispettivamente dalle coppie Mascherano - Piquè e Miranda - Godìn, mentre a metà campo i palleggiatori del Barcellona avranno il loro bel da fare per arginare la corsa ed i muscoli di Raul Garcia e Tiago, altro giocatore rinato nel post-Juventus. La classifica, inoltre, non permette a nessuna delle due di dormire sonni tranquilli, visto che in caso di sconfitta, una delle due vedrebbe probabilmente il Real Madrid rifarsi ferocemente sotto e ridurre sensibilmente il margine di distacco a soli due punti, Insomma: vietato distrarsi. Soprattutto per lo spettacolo.

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