lunedì 3 febbraio 2014

AFRICAN NATIONS CHAMPIONSHIP - Vince la Libia di Javier Clemente, infallibile dagli undici metri

La Libia festeggia l'ANC 2014

"Ci siamo ripresi quello che ci spettava". Parole e musica di Javier Clemente, scafatissimo tecnico spagnolo che da due giorni ha alzato il suo primo trofeo africano. La sua Libia vince la terza edizione dell'African Nations Championship, e lo fa in una tiratissima finale contro il Ghana dato per favorito da tutti.

Sono i calci di rigore e la prova maiuscola del portiere Mohamed Abdaula ad essere decisivi davanti ai 17 mila spettatori che assiepavano gli spalti del "Cape Town Stadium", e il "maltolto" al quale si riferisce l'ex ct della Spagna, è l'improvviso cambio di programma che non ha permesso proprio ai libici di ospitare la manifestazione. "Non c'erano i presupposti per spostare il torneo" fanno sapere da Tripoli, "Ok, ma la decisione è di più di un anno fa" rispondono alla CAF. In tutto questo però c'è una nazionale, rappresentata da un movimento calcistico locale che non decolla, bravissima ad organizzare una spedizione in Sudafrica da stropicciarsi gli occhi. I numeri parlano chiaro: secondo posto nel Gruppo C senza mai perdere e - soprattutto - l'infallibilità dagli undici metri, che ha accompagnato i nordafricani dai quarti di finale fino all'atto conclusivo di una manifestazione che permette di schierare esclusivamente giocatori provenienti dal campionato locale.

La vittoria libica ha il volto di un popolo che prova per l'ennesima volta a rialzare la testa da un presente traballante, che nello sport si traduce in un campionato mediocre senza picchi di entusiamo fuori dai confini, con club disorganizzati nonostante si provi ad affidare - anno dopo anno - la pianificazione futura a tecnici europei. Il portiere Abdaula, che in patria milita nell'Al-Ahli, fa il resto: nei quarti prima si fa battere dal gabonese Cousin dal dischetto (nei tempi regolamentari), poi al termine dei 120 minuti finiti 1-1 ipnotizza Djissikadiè e Sokambi. Pochi giorni dopo, nello 0-0 contro lo Zimbabwe, la Libia si ripete e Abdaula - su quattro errori avversari - ne intercetta ben tre, per poi superarsi nella finalissima, dove respinge i tiri dei ghanesi Akuffu, Ainooson e Tijani. Il tutto mentre Clemente imbastisce una squadra solida e quadrata, imperniata sulle geometrie del regista Mohamed Elgady e su una difesa bunker, che traduce in campo i principi del più semplice dei 4-4-2. Nulla di trascendentale, intendiamoci, ma quel poco è bastato, soprattutto al netto di un attacco non prpriamente atomico.

Attobrah (Ghana) in azione

Al secondo posto si è classificato il Ghana, probabilmente la squadra migliore del torneo, aiutata da una rosa importante che all'ultimo ha perso per infortunio l'espertissimo Kingston Laryea, ma che ha scoperto due dei più grandi talenti della manifestazione. Il primo si chiama Abraham Attobrah, mezz'ala dalle spiccate doti offensive nato nel 1995, destro naturale e numero 10 sulle spalle che ne dipinge in pieno le doti tecniche, delle quali in patria ne beneficia il New Edubiase FC; il secondo è Sulley Mohammed (1995), punta centrale di un tridente nel quale ha fatto bella mostra anche Seydou Bancey, 23enne in forza all'Asante Kotoko.

Sul gradino più basso del podio sale invece la Nigeria, nelle cui fila milita l'elemento che la CAF ha premiato come miglior giocatore della competizione. Si tratta di Chrisantus Ejike Uzoenyi, attaccante classe 1988 degli Enugu Rangers, che nella "finalina" è entrato nella ripresa ed ha scompigliato le carte allo Zimbabwe, servendo al compagno Obiozor l'assist per l'1-0 decisivo dopo aver marcato tre reti durante l'arco della manifestazione.

Una in meno del Golden Boot, Bernard Parker, uomo simbolo dell'ennesimo fallimento del Sudafrica, partito tra grandi aspettative e clamorosamente eliminato al termine della fase a gruppi nonostante la rosa composta da giocatori esperti, alcuni dei quali con esperienze europee alle spalle. In generale però il Sudafrica va promosso ancora una volta a livello organizzativo; sono stati sfruttati a dovere gli impianti tirati su per il Mondiale 2010, e la sicurezza - nonostante le avvisaglie iniziali - non è mai stata messa in discussione. Interessanti, infine, le cifre di montepremi che le diverse nazionali si sono portate a casa a seconda del piazzamento: la Libia vince 750 mila dollari, mentre il Ghana deve accontentarsi di 400 mila. A scendere le altre, fino alle ultime classificate dei quattro gruppi nella prima fase. Per loro ci sono 100 mila dollari a testa, sperando in meglio per il futuro. Magari, già dal 2016.

2 commenti:

  1. Sara' retorica, ma e' una vittoria che va molto oltre il semplice significato sportivo. Poi il resto lo ha fatto un bravo allenatore ed una buona dose di entusiasmo, applicazione ed una briciola di talento. Complimenti per i tuoi articoli che offrono sempre spunti di ricerca sui giocatori che segnali

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    1. Ti ringrazio molto. Sono d'accordo con te. Come ho voluto sottolineare, la Libia è stata molto brava asopperire alle mancanze tecniche figlie di un movimento calcistico sempre in fase di stallo. Poi che abbiano vinto un torneo che avrebbero dovuto organizzare, beh, credo sia destino.

      Alla prossima :)

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