giovedì 10 aprile 2014

La classe operaia in Paradiso: il Rayo Vallecano di Paco Jémez


Dalle parti di Vallecas, periferia situata in un anello circoncentrico attorno a Madrid, sono abituati proprio a tutto. Promozioni, fallimenti, retrocessioni. Nella storia del piccolo Rayo Vallecano, orgoglio di questa zona, non è mai mancato nulla. Già, perchè il Rayo - tenendo fede al proprio nome (raggio) - è capace di stupire da sempre, proprio come il classico fulmine a ciel sereno. 


L'estate del 2013 non sembrava portare nulla di buono; la società, perennemente in bolletta, si è disfatta dei (pochi) pezzi pregiati che nella stagione scorsa avevano condotto la Franja ad una tranquilla salvezza per racimolare qualche milione. Che in effetti hanno aiutato a ripagare diversi debiti, a discapito però del risultato sportivo. O almeno questo è quello che sembrava essere il destino del Rayo, partito con il 3-0 rifilato all'Elche seguito da ben sei sconfitte consecutive, che per molti furono sufficenti a far vacillare la conduzione tecnica. Ma la dirigenza, convinta dalla bontà di Paco Jémez e della sua scelta, ha dato fiducia al tecnico che oggi - con la squadra in undicesima posizione - ha bisogno di pochissimi punti per raggiungere l'insperato traguardo.

TOP PLAYER IN PANCA - Francisco Jémez Martin, soprannominato Paco, è un tipo di poche parole alle quali - spesso - preferisce i fatti. E soprattutto il silenzio. Nato a Las Palmas, Gran Canaria, nel 1970, Jémez ha chiuso la sua carriera da giocatore proprio a Vallecas trentaquattro anni dopo , prima di intraprendere la carriera da allenatore che nel 2012 lo ha riportato in quella che è un po' la sua seconda casa. Una delle sue grandi qualità è senza dubbio il riuscire a fare di necessità, virtù. Dopo essersi visto letteralmente sfasciare il gruppo dello scorso anno, Jémez ha deciso di dare continuità al suo lavoro puntando sul gruppo, valorizzando ogni singola risorsa in rosa. Il mercato di gennaio ha fatto il resto: gli arrivi di Rochina e Rat sono stati due sue scelte, e con i loro innesti a beneficiarne è stato il livello tecnico della squadra. Tanto che, da gennaio in poi, davanti hanno iniziato tutti a rendere di più; da Larrivey, autore di alcuni gol pesantissimi, passando per Bueno e Jonathan Viera, arrivando all'estroso Bangoura, esterno che piace alle grandi e che in questo campionato ha fornito diversi assist decisivivi. Infine, al tecnico si deve anche l'esplosione del 19enne Saul, centrocampista di proprietà colchonera e sicura star del prossimo futuro.


"NON MI ARRENDO" - A fine febbraio la situazione di classifica rimane decisamente compromessa, frutto di troppi stop a fronte di poche vittorie e - soprattutto - tre soli pareggi, che fanno del Rayo Vallecano la compagine meno incline al segno "x" in schedina. La società, alla vigilia della partita con il Valencia del 2 marzo, ha così lanciato una campagna su Twitter, invitando i follower a cinguettare una sorta di riscossa con l'hashtag "#SoydelRayoynomeRindo". Mai arrendersi, infatti; il presidentissimo Raul Martin Presa lancia prezzi ancor più popolari per donne, giovanissimi ed anziani, riempiendo per buona parte il "Teresa Rivero" (reminescenza della precedente fallimentare gestione) e ottenendo esattamente ciò che si era prefisso. Contro gli andalusi finisce alla grande, 1-0, e a risolverla è proprio "El Bati" Larrivey con un gol di rapina arrivato su assistenza di Rat. Da lì è un filotto impressionate, con il solo "buco" (inevitabile) del Bernabeu contro un Real Madrid mostruoso. "Sono felice che la squadra stia esprimendo questo gioco - ha confessato Paco Jémez prima di Rayo - Celta Vigo - e sono convinto che possiamo arrivare tra le prime dieci". Per la cronaca, contro i ragazzi di Luis Enrique è finita 3-0: Rochina ha aperto le danze, poi Bueno ha chiuso i conti con una doppietta disegnatagli in entrambi i casi da Roberto Trashorras, uno dei leader del centrocampo vallecano.

DODICESIMO UOMO - I buoni risultati conseguiti dalla squadra in questi ultimi mesi sono senza dubbio merito anche del tifo chiassoso e passionale di Vallecas. I Bukaneros, gruppo portante dei supporters del Rayo, per molti sono il nemico numero uno. In ogni angolo di Spagna, infatti, quando arriva la Franja c'è sempre da stare attenti. Eppure hanno un qualcosa di affascinante ed appassionante, tra cori e coreografie tassativamente autoprodotte e antifasciste. Tra di loro, anche alcuni membri del gruppo "Ska-p", che del Rayo Vallecano hanno scritto l'inno. "Quando ci chiesero di scrivere una canzone che parlasse della nostra passione ci siamo emozionati - dichiarò Pul-Pul, front-man della band, qualche tempo fa - Molto meglio di qualsiasi concerto in cui abbiamo riempito piazze e stadi. Un sogno". Già, un sogno, come questa squadra che lotta su ogni palla e suda su ogni centimetro: per chi viene da un quartiere operaio, questo è l'Eden.

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