giovedì 26 giugno 2014

#Brasile2014 - L'oro Celeste si chiama Gimenéz


Il miracolo calcistico dell'Uruguay non ha eguali nel mondo. Se poi si va a scavare fino in fondo, si scopre che attorno al mondo giovanile ci sono professionisti grazie ai quali decine di ragazzi ogni anno emergono nella Primera Division locale, e - nel contempo - riescono a farsi largo a rassegne intercontinentali importanti tipo un Mondiale di categoria.


Montevideo poi, è una vera e propria miniera d'oro. L'unica metropoli uruguagia conta decine e decine di club professionistici, tanto che non è raro vedere talvolta la prima divisione composta esclusivamente da club della capitale. In uno di questi, il Danubio, è cresciuto uno dei talenti riconosciuti nel mondo come tra i più promettenti dell'annata 1995.

Esploso al Mondiale Under 20 in Turchia, quindi decisamente sotto età, nel quale ha composto una grande cerniera difensiva con il collega Gaston Silva, José Maria Gimenéz è la risposta uruguayana ai tanti talenti prodotti da Brasile, Cile ed Argentina, paesi nei quali le società europee cercano sicurezze bistrattando troppo spesso l'Uruguay. Gimenéz nasce a Toledo, dipartimento di Canelones da 25 mila anime nel sud del paese, ed il 2013 ha rappresentato il vero anno di svolta per la sua carriera.
Cresciuto, come si diceva, nelle giovanili della Franja Negra, Gimenéz approda da ragazzino a Montevideo, dove il Danubio lo nota durante un torneo giovanile e decide di non farlo più tornare a casa. Le strutture in Sudamerica, checchè se ne pensi, sono decisamente più organizzate di molte realtà europee; il ragazzo alloggerà nel complesso adibito a collegio per chi arriva da fuori, iniziando così dalla Octava del Danubio, dove già a quei tempi aveva trovato la sua posizione migliore in mezzo alla difesa.

L'anno passato però Gimenéz scala le tappe, perchè a gennaio entra per la prima volta a far parte di un undici titolare della prima squadra per avvicendare un compagno infortunato, e dopo il match d'esordio contro il Central Espanol lo staff decide di non privarsene più. Le sue prestazioni maiuscole aiutano il Danubio a tornare al successo, e in estate l'Atletico Madrid dalla Spagna effettua la chiamata che ti cambia la vita. A luglio Gimenéz sbarca nella capitale spagnola, dove viene subito aggregato alla prima squadra. Da qui è un'escalation: a settembre Tabarez lo convoca per la prima volta nella Celeste, lui colleziona tre presenze e fa parte dei magici 23 che partono per il Brasile. Nel mezzo, l'esordio in Liga (nel 4-2 del "Vicente Calderon" contro l'Almeria) e due caps in Copa del Rey.

Un protagonista annunciato insomma. Anzi, quasi si potrebbe dire un predestinato; dopo l'esordio al mondiale in cui la coppia di centrali composta da Lugano e Godin ha fatto acqua da tutte le parti (prendendo sonori schiaffi dalla Costarica), lo stop dell'ex centrale del WBA libera lo spazio per lui. Che una volta dentro si rivela decisivo; nel 2-1 all'Inghilterra è uno dei migliori, annulla tutti quelli che gli passano in zona e duella spesso e volentieri con un cliente difficile come Sturridge. Poi, nel bunker tirato su nella gara contro l'Italia, aiuta Godin a contenere le iniziative degli Azzurri. Tutto questo a 19 anni.

Duro, deciso ma mai cattivo, Gimenéz è un centrale che gioca prevalentemente con il piede destro e molto in anticipo sull'avversario. Il suo fisico decisamente sviluppato gli consente poi di essere efficacissimo sulle palle alte, e non è raro vederlo nel cuore dell'area avversaria sugli sviluppi di calcio piazzato. Con Godin si completa benissimo, tanto nell'Uruguay quanto nell'Atletico, dove i due hanno inevitabilmente legato data la provenienza ed il ruolo in comune. Rispetto al collega, Gimenéz è discretamente abile anche in impostazione, dove si prende responsabilità da veterano. Capigliatura da mohicano, è senza dubbio uno dei talenti in rampa di lancio del calcio uruguagio, e più in generale un elemento capace di emergere in un contesto europeo. Se poi dovesse affinarsi in zona gol, beh, saremmo di fronte ad un vero potenziale piccolo fenomeno.

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