martedì 29 luglio 2014

BELGIO - Il Mechelen sogna grazie ai gol di un ventenne


A Mechelen, provincia di Anversa e cuore delle Fiandre, i mitici anni '80 sono solo un lontano ricordo.


La squadra che allora si chiamava Malines tra il 1987 e il 1988 si portò a casa una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa Europea (se lo ricorderanno bene i tifosi dell'Atalanta), ma la cosa più importante fu che - in quegli anni - la società riusciva ad accaparrarsi alcuni tra i migliori talenti mondiali come l'israeliano Ohana, Erwin Koeman e il portierone Preud'Homme.

Oggi però la realtà è ben diversa; dal 2004 il Malines non esiste più, perchè un fallimento ha spazzato via in pochi giorni quasi cento anni di storia. La società, rinominatasi Mechelen, è ripartita dall'eccellenza con una nuova presidenza riuscendo a scalare serie in sequenza, e tornando in Jupiler League. Lo scorso campionato, decisamente anonimo (chiuso con un tredicesimo posto e salvezza ottenuta in extremis), ha portato la dirigenza a rivolatare la rosa come un calzino, puntando forte su alcuni giovani prodotti dei vivai locali. 

Uno di loro è senza dubbio Jason Adesanya. Attaccante classe 1993, questo ragazzo è uno dei tanti esempi di come in Belgio si sia attuata una giusta politica dell'integrazione. Con tassi di immigrazione molto alti, soprattutto dall'Africa, nelle Fiandre hanno deciso di puntare su questi ragazzi dal fisico imponente, che dal canto loro - con il tempo - si sono sentiti parte di questa nuova cultura. Adesanya nasce a Lagos, metropolica capitale della Nigeria, e durante l'adolescenza si trasferisce proprio in Belgio assieme alla famiglia. Dopo aver giocato con alcuni club di provincia, nel 2010 entra a far parte delle giovanili del Lierse, dalle quali riesce a farsi notare a tal punto che solo un anno dopo ha già collezionato una dozzina di presenze con le nazionali Under 17 e Under 18. Il 2012 rappresenta però l'anno della svolta: Adesanya, che nel frattempo è stato chiamato per la prima volta in Under 21, firma il suo primo contratto da professionista con il Mechelen, che per fargli fare qualche presenza lo manda in seconda serie al Geel, dove il ragazzo segna dieci reti alla sua prima vera stagione da titolare. Il resto è storia: ritornato alla base in estate, il ragazzo ha timbrato il cartellino subito alla prima giornata, nel 3-1 contro il Genk, guadagnandosi anche alcuni titoli sui giornali.


Punta centrale dalla nascita, col tempo ha imparato a sfruttare la propria velocità rendendosi utile anche in copertura o sull'esterno destro, dove mette in campo un discreto dribbling. Adesanya è solo l'ultimo dei ragazzini terribili su cui puntano a Mechelen, dove il tecnico serbo Jankovic ha imparato a fare di necessità virtù. Il suo 4-2-3-1, che vede appunto Adesanya giocare spesso a destra, ha nel trequartista algerino Hanni (1990) e nel regista Claes (1994) gli altri due gioiellini della bottega giallorossa, dei quali sentiremo sicuramente parlare.

Nonostante i riflettori, oggi, siano inevitabilmente puntati su questa squadra, Jankovic - nel post Genk - ha soffiato sul fuoco: "Il nostro primo obiettivo è la salvezza, perchè dobbiamo dare continuità al lavoro svolto in passato". Certo è che se tutti manterranno le promesse, arrivare ai playoff per il titolo potrebbe non essere solo un miraggio. E chissà che un giorno, a Malines, non possano tornare "quei mitici anni '80".

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