lunedì 29 settembre 2014

Gent: piccolo tra le grandi


Inutle girarci intorno. Spesso, in provincia, si vive meglio e si ottengono i risultati migliori.


A Gand, cuore delle Fiandre Orientali, si parla quasi esclusivamente fiammingo. Ecco perchè nemmeno la città, situata nel nord-ovest del Belgio, viene più chiamata così. Gand è, da molti anni, semplicemente Gent, che nella lingua locale significa guanto. Non un caso, soprattutto oggi, che quello (il guanto) di sfida, sembra essere lanciato dalla squadra dei "bufali" all'intera Jupiler League.

Un avvio pazzesco in mezzo alle grandi potenze. Solo l'Anderlecht ha fatto meglio in questo scorcio di campionato, perchè il Gent - pur partito a mille - è incappato in un paio di stop ad oggi indolori, con la chicca dello 0-1 di Liegi, dove un gol del bomber Depoitre ha permesso ai biancoazzurri di battere lo Standard. Cinque vittorie, due pareggi ed - appunto - due sconfitte, più la miglior difesa del torneo, roba non da poco considerando il potenziale offensivo delle altre squadre. Tre delle quali (Standard, Bruges e Zulte), sono ad oggi costrette ad inseguire.

Fondato nel lontanissimo 1984, il Gent milita nella massima serie belga dalla bellezza di 24 anni consecutivi (nonostante sia stato fondato come progetto parallelo all'omonima società hockeystica), in cui si è spesso salvato in scioltezza non riuscendo però a togliersi soddisfazioni, con la sola eccezione di una coppa nazionale. Qui i giocatori migliori non arrivano, perciò l'arma segreta è la continuità; Ivan de Witte ha superato da parecchio i dieci anni di presidenza, esponendosi spesso in prima persona per la squadra ma anche per il territorio, con l'aiuto di una dirigenza esperta e oculata, brava a curare il settore giovanile come ad organizzare una campagna di sensibilizzazione allo sport da portare nelle scuole di Gand.


Il merito della partenza sprint di quest'anno è però da ricondurre all'ottimo lavoro fatto dalla squadra e da Hein Vanhaezebrouck, neotecnico chiamato al capezzale di un club che da un biennio non riusciva a fare il tanto auspicato salto di qualità. Sempre per il discorso legato alla continuità, la scelta è ricaduta proprio su questo classe 1964, esperto quanto basta e reduce da un buon quadriennio sulla panchina del Kortrjik. Dopo tre ottimi terzi posti ottenuti tra il 2009 ed il 2012, Vanhaezebrouck avrà il compito di riportare il club in Europa League. Per farlo avrà a disposizione una rosa mediamente giovane, con pochi fenomeni ma molti lavoratori, schierati con un inedito 5-3-2 che da queste parti non si vedeva da un bel po'.


Nonostante le dichiarazioni di facciata del tecnico ("Il nostro è un 3-5-2 come tanti ce ne sono in giro), la presenza dei terzini bloccati aiuta a blindare una difesa di ferro. Primo, non prenderle, e al resto ci pensa Laurent Depoitre, 26 anni e bomber di razza che a Gand ha trovato la sua dimensione. Sono sei i centri di Depoitre fino ad oggi, con l'acuto nell'ultimo turno in cui il Gent ha riacciuffato il pareggio nel recupero contro il Lokeren. Dietro spiccano invece le presenze dell'interessantissimo portiere 22enne Sels e dell'israeliano Gershon, vero leader del pacchetto arretrato e - a suo modo - la stella di un undici che si avvale, in mediana, della regia brasiliana di Renato Neto. Il calendario è favorevole ai fiamminghi, che nelle prossime due giornate affronteranno Westerloo e Charleroi, impegni ampiamente alla portata, prima di far visita al Bruges, vero test probante per capire le reali ambizioni del gruppo.


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