sabato 24 gennaio 2015

Sudamericano sub20 al giro di boa: chiusa la prima fase, avanti le favorite


Dopo dieci giorni di partite tiratissime va in archivio la prima fase del Sudamericano sub20, in scena in questi giorni in Uruguay dove tra Maldonado e Colonia si sono giocate le gare dei due raggruppamenti valide per la prima fase. Una prima fase che ora ha sentenziato le sei “elette” per continuare il cammino verso Nuova Zelanda 2015. A giocarsi i quattro posti "mondiali" saranno Argentina, Brasile, Colombia, Paraguay, Perù ed Uruguay.


Cinque certezze ed una sorpresa, dunque, com'era ampiamente preventivabile da quando i gruppi vennero sorteggiati qualche mese fa. Già, perchè se il raggruppamento A vedeva una grande (l'Argentina) con il passaggio del turno a portata, c'erano ben tre altre compagini che partivano alla pari per conquistarsi due posti, con l'eccezione della Bolivia, vera squadra materasso. Paraguay e Perù hanno avuto la meglio sull'Ecuador con il pareggio (molto "biscottato") dell'ultima giornata, che di fatto ha tagliato fuori la Trì. A testimonianza di ciò - del citato dislivello tra i due gruppi - ci sono i gol segnati; se infatti l'Argentina ha contribuito in gran parte ai 38 centri - segnandone 14 - del primo gruppo, nel B l'equilibrio ha regnato e solo un deludente Cile ha permesso alle altre di scrivere le gerarchie del girone con una giornata d'anticipo.

Con la prima fase andata in archivio, è ora il momento di chiedersi che cosa potrebbe riservarci l' "Hexagonal Final", altro girone che si giocherà all'italiana in un tutti contro tutti che promuoverà quattro squadre al mondiale di categoria, ma servirà anche da qualificatoria per le prossime Olimpiadi e per i Giochi Panamericani.

L'Argentina e l'Uruguay partono leggermente avvantaggiate sulle altre, per diversi motivi. L'Albiceleste ha distrutto le difese avversarie nelle prime quattro partite, e nonostante la sconfitta con il Paraguay (nella quale la Seleccion è stata letteralmente ingabbiata dall'Albirroja di Genes), i ragazzi di Grondona danno l'impressione là davanti di colpire quando vogliono. D'altronde con Angél Corréa e Tomas Martinez di palloni in area ne arrivano a decine, e a beneficiarne è stato Giovanni Simeone, vera sorpresa di questa prima fase e attuale capocannoniere con sei gol, frutto di tre doppiette. Interessante anche l'aspetto tattico, che è variato più volte soprattutto per via dei diversi interpreti; in mezzo Grondona ha bocciato dopo due gare Lucio Compagnucci e aggiustato il trio con Leonardo Rolon mezzala, uno bravo a ripiegare per aiutare in difesa vista la sua attitudine da terzino. Dietro funziona la difesa con Mammana riferimento centrale, assistito ai lati dai due Facundo, Cardozo e Monteseirin.

Il Paraguay può essere considerato invece come una mina vagante vera e propria; la truppa di Genes è una compagine ordinata ed organizzata, al quale manca solo il guizzo di Antonio Sanabria (ad oggi poco “presente”) per trasformarsi in un ostacolo duro da superare. Genes è stato bravo a modificare tatticamente l’assetto a seconda dell’avversario che si è trovato davanti volta per volta (la difesa a tre con due laterali bloccati ha di fatto resa innocua l’Argentina), e potendo contare – da centrocampo in su – su gente del calibro di Viera, Amarilla e Diaz la manovra offensiva non ne ha mai risentito.

La terza promossa dal girone A è il Perù, che il suo Sudamericano in realtà lo ha già vinto procurandosi il pass per giocarsi il torneo contro le altre grandi del Continente. Partito dietro all’Ecuador alla vigilia, la squadra allenata da Victor Rivero è stata brava a battere proprio la Trì per 2-0 e da lì ha cercato di limitare i danni successivamente), vincendo di misura con la Bolivia dopo aver perso malamente contro l’Argentina. Se alcuni elementi crescono sotto il profilo dell’autorità (Beto da Silva e Peña su tutti), la squadra potrebbe ancora togliersi qualche soddisfazione.

Brasile, Colombia e, soprattutto, l'Uruguay sono invece le nazionali che si sono guadagnate la qualificazione nel "girone di ferro". La Celeste è quella che ha più convinto, vista la sua quadratura e l'organizzazione che un ct preparato come Coito ha saputo dare alla sua creatura. Nonostante alla vigilia l'Uruguay partisse defilato, ben presto i valori sono venuti fuori con tre successi consecutivi che, in diverso modo, hanno rappresentato un passo importante verso la consapevolezza di essere forti. Il gol di Arambarri nel recupero con la Colombia ha fatto il grosso del lavoro, mentre la vittoria contro il Brasile ha svoltato la mentalità. Che, di conseguenza, ha permesso all'Uruguay di rullare 6-1 il Cile prima della passerella finale, con sconfitta, al cospetto di un Venezuela avvantaggiato dal fatto che Coito ha messo in campo tutte le riserve a sua disposizione. Tanti i talenti messi in mostra: dal centrale Lemos a Gaston Pereiro, passando per il "doble cinco" Arambarri - Nandéz fino alle due punte Acosta e Baéz (il primo è stato ingaggiato in questi giorni dal Villarreal, il secondo è dello Sporting Braga).

Capitolo verdeoro. Sicuramente un Brasile indecifrabile, che anche nel 2-1 inflitto ai Cafeteros (una rete per tempo, segnano Thalles e Marcos Guilherme, al terzo centro personale) ha evidenziato grosse lacune dal punto di vista del gioco. Diciamoci la verità: nonostante le qualità individuali a questa Canarinha mancano gioco e giocatori fondamentali. Se alla vigilia ci avessero detto che Nathan, Gabriel Barbosa e Lucas Evangelista sarebbero stati comprimari in pochi ci avremmo creduto. Invece Alexandre Gallo sembra preferire “soldatini” a elementi estrosi. Nathan, numero 10 dell’Atletico Paranaense, si è imposto all’esordio ma poi piano piano è sparito, utilizzato come suggeritore ma chiamato spesso ad abbassarsi a prendersi la palla da un centrocampo che risente molto dell’assenza di un leader come Gabriel Boschilia. Gabigolinvece ha segnato un gol partendo titolare nel terzo incontro. Troppo poco, ma in Brasile c’è chi dice che Gallo stia mischiando le carte per avere più birra nella seconda fase, nella quale l’obbiettivo è vincere sì, ma la cosa fondamentale è centrare la qualificazione al prossimo mondiale di categoria. Uno dei grandi talenti attesi era senza dubbio il centrale del Fluminense Marlon, anche lui in chiaroscuro.

All'appello manca la Colombia di Carlos Restrepo, solita nazionale che cerca di arrivare al risultato attraverso il gioco. Il ct ha virato definitivamente sul 4-2-3-1 grazie alla solidità della coppia di mediani composta da Rovira e Tello, che sanno dare muscoli e protezione alla batteria offensiva dei Cafeteros. Nella quale, tra i tanti, si è distinto Jeison Lucumì, stella del glorioso America de Cali. Partendo da esterno ha fatto parecchi danni, oltre a due gol di pregevolissima fattura che lo candidano a miglior giocatore del torneo se da qui in poi dovesse confermare le premesse.

Salutano il torneo le altre quattro squadre, di cui rimane molto poco. Venezuela e Cile dovranno cancellare l'esperienza uruguagia, nonostante la Vinotinto riesca a salvare parzialmente la campagna con la vittoria nell’incontro di congedo. La Roja di Tocalli è invece la vera e propria delusione di Uruguay 2015. Non tanto per l’eliminazione, che in un girone di ferro ci può stare, quanto per come è arrivata (senza grinta, con molti limiti tecnici e caratteriali). Un Cevallos formato mondiale non basta all'Ecuador per accedere alla seconda fase, causa sconfitta fondamentale nella gara contro il Perù che nemmeno l'ascesa del centravanti Parrales ha saputo mitigare. Infine, anche la Bolivia se ne torna mestamente a casa collezionando solo delusioni e chiudendo con un attacco abulico (2 gol segnati) ed una difesa da film horror.

CLASSIFICA GRUPPO A - Argentina 9, Paraguay e Perù 7, Ecuador 6, Bolivia 0.
CLASSIFICA GRUPPO B - Uruguay e Brasile 9, Colombia 6, Venezuela e Cile 3.

CLASSIFICA MARCATORI - Simeone (6 gol, Argentina), Cevallos (4 gol, Ecuador), Marcos Guilherme (3 gol, Brasile), Parrales (3 gol, Ecuador), Succar (3 gol, Perù)

IL CALENDARIO DELLA SECONDA FASE

LA TOP 11 DELLA PRIMA FASE


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