domenica 8 febbraio 2015

Corréa e Driussi stendono l’Uruguay: all’Argentina il Sudamericano sub20


L’epilogo finale non lascia spazio ad interpretazioni. E, tutto sommato, premia il migliore. L’Argentina vince il suo quinto Sudamericano sub20 dominando praticamente una manifestazione in cui i numeri, in questo caso, hanno davvero parlato chiaro.

Su nove partite giocate infatti l’Albiceleste si è inceppata solo due volte, perdendo nella prima fase contro il Paraguay, e pareggiando poi 1-1 contro la Colombia nel torneo esagonale. Il tutto a fronte di sette vittorie, alcune molto larghe, con la bellezza di 24 gol segnati e solo 7 subiti. Insomma, chi aveva dubbi sul reale valore di questa nazionale si è dovuto presto ricredere; dopo l’epilogo amaro del 2013, quando proprio l’Argentina organizzò il Sudamericano vedendo uscire i propri ragazzi al primo turno, c’era chi (giustamente) nutriva dubbi sulla truppa allenata da Humberto Grondona, ritenuto – forse a ragione – il punto debole di tutto l’insieme.

Humbertìto invece ha fatto meno danni del solito, riuscendo a costruire una squadra quadrata ma di qualità, che rispetto a due anni fa ha fatto a meno di qualche nome importante riuscendo comunque ad offrire un calcio interessante. Il CT ha sperimentato molto, soprattutto dietro dove è più volte saltato dalla difesa a tre a quella a quattro e viceversa, adattandosi bene all’avversario di turno. La squadra ha risposto alla grande, cosa fondamentale in un torneo così lungo e dispendioso. Il calendario fitto obbligava cambi tra un match e l’altro, e la panchina Argentina è stata la più continua. Il volto da copertina è senza dubbio quello di Giovanni Simeone, che con 9 gol non solo si è laureato capocannoniere del Sudamericano, ma ha raggiunto Neymar nella graduatoria storica del cannonieri di questa manifestazione a solo due lunghezza dal colombiano Rodallega (che nel 2005 ne segnò ben 11). Simeone ha stupito un po’ tutti, dato che alla vigilia era dato sulla carta come riserva del compagno di club Driussi, ed invece ha distribuito gol sin dalla prima partita. Prestazioni monstre anche per Angél CorréaTomas Martinez, con il gioiellino dell’Atletico Madrid finalmente tirato a lucido dopo igravi problemi di salute che ne hanno oscurato gran parte del 2014, mentre il gioiellino del River Plate si è sempre fatto trovare pronto anche nei momenti di squadra peggiori. In generale è piaciuta quasi tutta (a tratti si è anche visto un Leonardo Suarez impattante), quest’Argentina grondoniana, che dietro è stata tenuta su da tre centrali di assoluto valore coma Mammana, Cardozo e Monteseirrin e – soprattutto – ha scoperto un Leonardo Rolon che da terzino si è trasformato in una perfetta mezzala con compiti di inserimento (vizio del gol incluso).

Nell’incontro decisivo l’Albiceleste ha avuto la meglio sull’Uruguay, altra vera protagonista del Sudamericano, vincendo in rimonta per 2-1 in casa dei nemici storici. Al gol di Gaston Pereiro segnato in avvio hanno infatti risposto nel finale Corréa e proprio quel Sebastian Driussi praticamente redivivo fino all’ultimo.Con il 3-0 rifilato al Brasile, la Colombia si prende il terzo posto valido per la qualificazione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (dove il Brasile è già qualificato in virtù di paese ospitante, ma previo spareggio) mentre tutte e quattro parteciperanno al mondiale di categoria, in programma quest’anno in Nuova Zelanda.


Gaston Pereiro è stato l’elemento più importante di un Uruguay arrivato solo ad un passo dal suo ottavo titolo. Il numero dieci è comunque tra i migliori del torneo, assieme ai compagni Mauro Arambarri e Nahitan Nandéz (coppia di “doble cinco” efficace e pungente) e al difensore Mauricio Lemos, ennesima gemma del vivaio Defensor Sporting. Come di consueto, la nazionale di Coito è già stata presa d’assalto dagli operatori di mercato: Franco Acosta e Mauro Baez, entrambi attaccanti, volano in Portogallo e Spagna dove ad attenderli ci sono Braga e Villarreal. La Celeste è partita molto bene vincendo il girone in scioltezza, ma poi ha lasciato punti per strada (su tutti, i due pareggi con Brasile e Colombia nell’Hexagonal) solcando un piccolo varco con l’Argentina.

Bella squadra, questa Colombia, che ad un’organizzazione capillare studiata da Carlos Restrepo ha aggiunto un paio di elementi offensivi letteralmente devastanti; il primo è senza dubbio Jeison Lucumì, esterno di casa America de Cali che – seppur in modo discontinuo – ha letteralmente spaccato le difese avversarie. Peccato per l’espulsione nella gara contro l’Uruguay, che gli ha precluso la passerella finale contro il Brasile. Molto interessante anche Santos Borré, punta rapida e ficcante capace di svariare su tutto il fronte d’attacco: per lui due soli gol ma ben tre assist decisivi. In chiaroscuro invece il neo juventino Andres Tello, ma il ragazzo è giovane e di qualità, basterà crescerlo bene ed aspettarlo.

Al quarto posto si è classificato il Brasile, squadra indecifrabile praticamente per tutto il corso del torneo. Troppi interrogativi aleggiano dietro la campagna della Canarinha. In primis, l’uso con il contagocce di Gabriel Barbosa ha fatto storcere il naso a parecchi media brasiliani e non solo. Dietro all’accantonamento dell’asso tesserato con il Santos paiono esserci alcuni motivi disciplinari, che come conseguenza hanno creato più spazio per le altre punte come Kenedy (interessante) e Thalles (ancora acerbo). Alexandre Gallo ha però lanciato comunque diversi ragazzi da tenere d’occhio: dal centrale Marlon (di cui si parla un gran bene, tanto che in Brasile lo paragonano a Thiago Silva) all’incursore Marcos Guilherme, fino a Gerson eclettico (e giovane, classe 1997) centrocampista in grado di ricoprire più ruoli.

Il congedo di Paraguay e Perù ha invece sorriso solo alla Franja Roja, alla quale vanno i complimenti per essersi qualificata alla fase finale (tutt’altro che scontato, vista la presenza dell’Ecuador nel girone A) ma – ad onor del vero – va riconosciuta una certa dose di buona sorte per essere stata inserita nel gruppo più morbido, dove solo l’Argentina pareva di livello superiore. In ogni caso, il 3-1 rifilato ad un bruttissimo Paraguay permette alla compagine allenata da Victor Rivera di stanziarsi al penultimo posto di una classifica chiusa, infatti, dall’equipo guaranì. Entrambe parteciperanno ai prossimi giochi Panamericani. Individualità? Poche. Nel Perù ha destato discreta impressione Da Silva, spesso schierato da seconda punta dove è riuscito a sfruttare le sue qualità di velocista per scompigliare i piani avversari.

In generale non è stato un Sudamericano memorabile, tra difese ballerine ed errori marchiani, soprattutto rispetto alle scorse due edizioni dove in campo si sono visti fenomeni del calibro di James Rodriguez e Neymar. Il fascino, quello sì, rimane immutato; la facilità con la quale questi talenti freschi ventenni si approcciano al calcio (talvolta da professionisti veri, visto che in patria giocano regolarmente in prima squadra) rende inevitabile un paragone con l’Italia, dove un talento come Corréa probabilmente giocherebbe in Lega Pro perchè nel suo club d’appartenenza sarebbe chiuso da ultra trentenni. Che ci sia molto da migliorare è altrettanto innegabile, dato che molte squadre (le eliminate al primo turno, Cile escluso, più Perù e Paraguay) hanno bisogno di lavorare ancora più a fondo con i giovani, formandoli anche mentalmente al mondo professionistico. Solo così i movimenti nazionali potranno crescere ulteriormente, i ragazzi valorizzarsi, i club fare cassa e chiudere il cerchio formando nuove giovani leve.

VERDETTI
Argentina – Campione
Argentina, Uruguay, Brasile (diritto) – Qualificate a Rio de Janeiro 2016
Colombia – Qualificata allo spareggio per Rio de Janeiro 2016
Uruguay, Brasile, Perù, Paraguay – Qualificate ai Giochi Panamericani 2015
Giovanni Simeone (Argentina) – Capocannoniere (9 gol)
Leonardo Suarez, Cristian Espinoza (Argentina), Rodrigo Amaral e Facundo Castro – Best assist (4) Agustin Batalla (Argentina) – Miglior portiere

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