lunedì 21 settembre 2015

In cerca d'identità

Polemiche, intrighi, incroci, derby. Due mesi dopo è finalmente arrivato il momento di fare sul serio.
Tra martedì e giovedì si giocano le gare di andata degli ottavi di finale di una Coppa Sudamericana che, seppur sforzandosi, non riesce ad avere lo stesso impatto della sorella maggiore Libertadores.
 
 
Però ci sono storia e mistica, e anche qualche club tra i più grandi del Sudamerica. Molto le cose che non convincono le varie federazioni nazionali; in primis la parte organizzativa, che vede sette squadre - tra brasiliane ed argentine - abbandonare la competizione alla prima fase, visto l'obbligo di affrontare i cosiddetti barrages nazionali. In secondo luogo il format, che già da tempo in sede Conmebol si sta discutendo. L'obiettivo? Portare anche in Sudamericana la fase a gironi, che vorrebbe dire più soldi dalle tv ed introiti dagli sponsor. Ma questa possibile riforma è solo un'idea, e nel breve non dovrebbe cambiare nulla.
 
Sedici squadre al via, dunque, con il mirino puntato alla doppia finale di dicembre, nella quale l'anno scorso trionfò il River Plate. Probabile che anche questa volta sia ancora questione tra Brasile ed Argentina, paesi dominanti in questo torneo, con otto successi nelle ultime undici edizioni (a parte, solo gli exploit di LDU Quito, Pachuca e Universidad de Chile). Va da sé che il River proverà a mantenere lo status di campione in carica, con l'Independiente in seconda battuta e la mina vagante Atletico-PR in terza battuta. Già, perché il Furaçao è l'unica squadra di un certo livello portata dal movimento verdeoro agli ottavi, penalizzato dalla folle scelta di regalare un pass alle vincitrici di Copa do Brasil e Copa do Nordeste. In quest'ultima ha trionfato il Brasilia - serie D - che ha eliminato il Goias nel primo turno.
 
OSTACOLO LIGA - Il sorteggio non è stato di certo generoso con il River Plate. La truppa allenata da Gallardo non sta passando un buon momento in campionato, reduce da un Superclasìco perso davanti ai propri tifosi e da un deludente 1-1 - sempre al Monumental - contro il Lanus. In qualità di campioni, i Millonarios entrano in gioco solo adesso, e se la vedranno con la LDU Quito, squadra specialista in campo internazionale e vincitrice di una Libertadores ed una Sudamericana non molto tempo fa. Da quel tempo qualcosina è cambiato, addio di Bauza in primis, ma l'attitudine degli ecuadoregni è rimasta intatta. Il plus è rappresentato dal ritorno in programma alla Casa Blanca, vera macelleria per avversari, catino infernale nelle alture di Quito. Se il River ha una rosa in grado di competere fino in fondo, anche la Liga non scherza; in panchina c'è Luis Zubeldia, argentino tra gli allenatori emergenti del panorama sudamericano, che l'Ecuador ha imparato a conoscerlo allenando il Barcelona. In campo l'ex Union Juan Ignacio Cavallaro e Diego Morales guidano la squadra, che davanti può contare sull'uruguagio Jonathan Alvéz e soprattutto sul "tanque", Narciso Mina, rientrato in patria dopo una parentesi sfortunata in Messico.
 
NELLA TANA DEL CHIQUI - Dopo aver vinto il campionato con il Cerro Porteno durante il suo esordio personale in panchina, Francisco Arce - gloria del calcio paraguagio - è stato contattato da Diaz per il nuovo corso della nazionale. La sua risposta? "Ti do volentieri una mano, ma continuo ad allenare". Cambiata sponda della capitale Asuncion, ora il Chiqui si avvia a vincere il suo secondo semestre, stavolta alla guida dell'Olimpia. Sarà il Decano a contendere il passaggio ai quarti all'Independiente, squadra tra le più in forma del campionato argentino. Per questo potrebbe uscirne una doppia sfida di fuoco; la difesa del Diablo, ultimamente molto solida, se la vedrà con la "dupla olimpista" composta da Zeballos e Fredy Bareiro, innescati dai lanci del "Pirlo uruguagio", Amado. Dall'altra parte, Pellegrino non snaturerà l'atteggiamento dei suoi, chiamati a dare risposte dopo il passaggio del turno conquistato contro l'Arsenal grazie ad un gol di Albertengo. Che, in quest'occasione, dovrebbe tornare titolare davanti affiancando Diego Vera.
 
ARRIBA COLOMBIA! - Independiente Santa Fe e Deportes Tolima. Sono loro le rappresentanti colombiane rimaste in gioco dopo l'eliminazione dell'Atletico Junior, al termine di un derby clamoroso. Già, perché a far fuori l'ex squadra di Carlos Bacca è stato proprio il Tolima; dalle parti del "Murillo Toro" di Ibagué vorrebbero rinverdire i fasti di qualche anno fa, quando il Tolima era considerata una delle squadre in ascesa del calcio "cafetéro". Poi, complice qualche problema societario, è arrivato un ridimensionamento che due anni fa ha portato la squadra a giocarsi la salvezza quasi fino alla fine. Nessuna paura, perché oggi - sebbene non sia una corazzata - il Depor è una compagine tosta e quadrata, comandata in difesa dal centrale goleador Monsalvo e nelle mani del talento Ibarguen, titolare in attacco al fianco del quale si alternano i paraguayani Robin Ramirez e Rogerio Leichtweis. Questi ultimi hanno come vittima preferita lo Sportivo Luqueno, piccolo club con sede nell'agglomerato urbano di Asuncion, al quale hanno segnato otto reti a testa in passato. Il caso vuole che le strade si reincrocino, in un ottavo sulla carta equilibrato. Quella del Santa Fe sarà invece una battaglia; los Cardenales sono attesi dall'Emelec, società che negli ultimi anni ha spesso ben figurato in campo internazionale e cerca il passo decisivo verso la consacrazione. La sfida nella sfida sarà tra i bomber; da una parte c'è Miller Bolanos, on-fire nelle ultime due stagioni, dall'altra il più esperto Wilson Morelo, idolo del "Campìn" che gli ha addirittura creato un coro ad hoc. Ma l'ago della bilancia si chiama Omar Perez, 34enne mezzapunta argentina ormai "adottata" dalla Colombia: se gira lui, il Santa Fe non si pone limiti.
 
SORTEGGIO TOSTO - Quando dicevamo che l'Atletico-PR era l'unica squadra brasiliana in grado di poter dire la sua, molto lo si doveva anche al sorteggio. Il Furaçao pesca bene, perché giocherà il derby con il Brasilia e non dovrebbe avere problemi a passare il turno. Discorso diverso per Sport Recife e Chapecoense; i pernambucani, freschi di nomina nuova in panchina (c'è Paulo Roberto Falcao, non uno qualsiasi), se la vedranno con l'Huracan e non avranno margine di errori contro un Globo che ha risparmiato quasi tutti i titolari in campionato. Test ancora più proibitivo per la matricola Chapecoense, attesa dal colosso paraguagio Libertad. Ad Asuncion ripongono grandi speranze su questa Sudamericana, la squadra è stata rinforzata in tutti i reparti ed il dt Almeida le ha dato (finalmente) un'identità. Unica pecca? Davanti ci si affida ancora al Rolo Lopez, 37 anni compiuti. A chiudere il quadro saranno Defensor Sporting e Lanus, attese entrambe da una sorta di esame di maturità. Pur avendo uno dei migliori vivai del Sudamerica, la Violeta non ha mai vinto nulla, e questo negli ultimi anni ha cominciato a pesare in quanto i tifosi - che già non sono moltissimi in una metropoli bicolore come Montevideo - hanno iniziato a storcere il naso. Questo, unito al fatto che in piena stagione si parli già di mercato, ha messo con le spalle al muro la società, costretta ad inventarsi qualcosa. così per la gara di andata contro il Lanus allo stadio si entra pagando un prezzo simbolico dell'equivalente di un euro, sperando di caricare bene la squadra. Prima però c'è da passare indenni la trasferta della Fortaleza, dove il Granate quest'anno ha perso tre volte in campionato. Dal canto suo, il Granate deve decidere cosa fare da grande; troppe le occasioni buttate negli anni, e anche un tecnico come Schelotto - da sempre protetto ed assecondato - inizia a bruciare un po' troppe occasioni. Sarà la volta buona?

IL PROGRAMMA
Mercoledì
Tolima - Sportivo Luqueno
Emelec - Santa Fe
 
Giovedì
River Plate - LDU Quito
Independiente - Olimpia
Atletico-PR - Brasilia
Sport Recife - Huracan
 
Venerdì
Lanus - Defensor Sporting
Libertad - Chapecoense


 

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