martedì 29 agosto 2017

Rientri, equilibrio e novità



"Da tempo meditavo di tornare in Sudafrica. Ho avuto la fortuna di fare un'ottima carriera, ma era arrivato il momento di rientrare a casa".
Steven Pienaar è uno dei calciatori sudafricani che più ha inciso nella storia del calcio locale. Non appena sbarcato a Johannesburg è stato ospite della redazione di Kick Off, la più grande rivista sportiva di tutta l'Africa meridionale. Ha usato parole dolci, Pienaar, descrivendo ciò che rappresenta per lui essere tornato a giocare nella sua terra: "Ho sempre pensato di chiudere la carriera nell'Ajax, nella mia città, e invece la chiamata del club mi ha incuriosito troppo per non essere presa in considerazione".

La società in questione è il Bidvest Wits, piccola franchigia affiliata alla University of Witwatersrand con sede a Braamfontein, quartiere commerciale situato nei dintorni del centro di Johannesburg, città che per lo sport del Sudafrica ha rappresentato - e rappresenta tutt'ora - l'epicentro calcistico.
I Wits due mesi fa si sono laureati campioni del Sudafrica vincendo il loro primo campionato della storia, e dopo un mercato fatto di nomi altisonanti, partono in prima fila per bissare il loro recente successo.


Quella iniziata una settimana fa è forse la Premier Soccer League più ricca ed equilibrata di sempre, sia dal lato economico che da quello tecnico. Il nuovo contratto firmato con SuperSport TV, la pay tv regina in Africa assieme alla ben più famosa BeIN, ha permesso una ridistribuzione delle risorse più generosa per tutti i sedici club al via, che a loro volta hanno portato - in quello che è considerato a tutti gli effetti uno dei campionati top del continente - giocatori di discreto spessore.

Proprio a Braamfontein si è lavorato in tal senso: all'ombra del Nelson Mandela Bridge sono arrivati due dei più talentuosi sudafricani in circolazione, Kobamelo Kodisang e Anthony Gordinho, giocatore al quale proprio Kick Off - qualche mese fa - aveva dedicato una copertina. Inoltre, per rinforzare la squadra allenata da Gavin Hunt, il chairman Da Costa ha ingaggiato altri due pezzi da novanta come la punta egiziana Amr Gamal ed il montenegrino Slavko Damjanovic. Oltre, ovviamente, al già citato Pienaar.

"Per far crescere il nostro campionato c'è bisogno di giocatori che attirino l'attenzione e che facciano divertire i tifosi" - ha dichiarato Hunt in una recente intervista a SuperSport TV.

Ed in effetti il 53enne allenatore dei Clever Boys pare aver centrato il punto: nella stagione 2016/17 soltanto due squadre su sedici - Kaizer Chiefs e Orlando Pirates - hanno fatto registrare una media spettatori superiore alle diecimila unità. Il motivo di questo disinteresse è facilmente intuibile: nonostante gli ottimi risultati dei club in campo internazionale (Mamelodi campioni 2016 della Champions League africana, Pirates secondi tre anni prima), la passione della gente viene regolarmente frenata da stadi fatiscenti e poca sicurezza agli eventi. Si preferisce quindi rimanere a casa, nonostante i prezzi dei biglietti siano tendenzialmente accessibili anche alla fascia medio-bassa del popolo.

Poche settimane fa, a fine luglio, si è consumata l'ennesima tragedia legata al calcio sudafricano: prima del Soweto Derby tra Orlando Pirates e Kaizer Chiefs valido per la Carling Cup (appuntamento che apre la stagione), alcuni gate dell'"FNB Stadium" di Johannesburg sono stati presi d'assalto da centinaia di tifosi. Il bilancio è stato di due morti e decine di feriti. La causa? Pare la vendita di tanti tagliandi falsi, un'altra grande piaga che ad oggi non è stato ancora possibile debellare.

La disorganizzazione cronica tipica di queste zone non ferma però la voglia di crescere, di evolversi. Il Cape Town City FC è una delle realtà più interessanti dell'intero panorama sudafricano. Nato due anni fa dallo scioglimento degli Mpumalanga Black Aces, alla prima stagione si è subito piazzato terzo qualificandosi per la Confederation Cup, l'equivalente della nostra Europa League.
In estate è cambiato anche l'allenatore: fuori l'ex cagliaritano Erik Tinkler e dentro Benni McCarthy, alla prima vera esperienza in panchina.


"Città del Capo è la mia terra. Qui sono nato e cresciuto, calcisticamente e come uomo. Sono contento di essere tornato a casa".

Una scelta inaspettata, per chi come lui è cresciuto e si è affermato nella squadra rivale - l'Ajax Cape Town - franchigia della quale i CTC si propongono di essere un'alternativa, magari mettendo le mani su un titolo che a Città del Capo non è mai stato vinto.
Originario di Hanover Park, uno dei quartieri più difficili della città, McCarthy porta in dote l'esperienza decennale da calciatore maturata tra Olanda, Inghilterra, Portogallo e Spagna.

E le altre grandi? Dopo il secondo posto della scorsa stagione, inframezzato dall'emozionante partecipazione al Mondiale per Club, i Mamelodi Sundowns concentreranno principalmente gli sforzi sulla Champions League, dove a settembre li attende una doppia sfida molto complicata contro il Wydad Casablanca. Diverso il discorso per le due squadre di Johannesburg, entrambe rimaste a bocca asciutta lo scorso anno. I Kaizer Chiefs di Steve Komphela hanno perso la punta Lebese ma preso uno degli esterni più interessanti del campionato, Bonghlowethu Jayiya, mentre gli Orlando Pirates - reduci da un deludentissimo undicesimo posto - hanno affidato la panchina al serbo Sredojevic, reduce dall'ottimo lavoro fatto con la nazionale ugandese.

Il Sudafrica che si appresta a vivere la nuova stagione, quella che farà da preludio a Russia 2018, è lo stesso paese di sempre, pieno di gioia e contraddizioni, con una passione per il calcio sfrenata e - soprattutto - rimasta intatta nonostante le difficoltà.


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