domenica 23 settembre 2012

CONMEBOL, ROAD TO FIFA WC BRASIL 2014: sintesi 8/a giornata, 11 e 12/09/2012



Cinque posti e sei squadre. Dando per scontato che Perù, Bolivia e Paraguay siano ormai fuori dai giochi, le altre protagoniste sudamericane hanno intenzione di darsi battaglia fino all'ultimo per conquistare le prime cinque posizioni, quattro della quali valgono il pass diretto per Brasile 2014.
In questo senso la giornata numero 8 del torneo sudamericano ci ha detto molto: innanzitutto che l'Argentina, anche quando gioca male, non ha particolari problemi a portare a casa almeno un punto; in secondo luogo che l'Ecuador ed il Venezuela sono più che due semplici comprimarie ed almeno una di loro, ai Mondiali, ha serie possibilità di arrivarci. Poi c'è la Colombia, la nazionale del momento: i Cafeteros giocano bene e divertono,trascinati da un gruppo mai come oggi coeso e compatto al quale fa capo quel Radamel Falcao Garcia ammirato in ogni angolo del globo. La vittoria in Cile vale tutto, e le possibilità di vedere la Colombia protagonista nei prossimi anni si fa sempre più reale.

PERU' 1-1 ARGENTINA(22' Zambrano; 37' Higuain)
Un sorriso malcelato accompagna l’uscita dell’Argentina dal Monumental di Lima. Col Perú è 1-1, ma la sensazione di pericolo scampato, in casa albiceleste, è forte, netta. Gli andini giocano meglio e creano di più, ma devono accontentarsi del pari, che alla squadra del santone Markarian serve poco o nulla. Viceversa, Sabella è leader del gruppo: 14 punti, uno in più di Colombia ed Ecuador. E se pensiamo che la figura del match è il portiere sampdoriano Sergio Romero, avremo un quadro completo di come è andata la trasferta peruviana dell'Albiceleste, soprattutto quando il numero uno respinge un rigore di Claudio Pizarro. Nulla può invece sulla graffiata di Zambrano, che sblocca la gara per il Perù dopo un'azione insistita di Cruzado. Ma fortuna dell’Argentina, di questa Argentina che non può appoggiarsi sulle spalle di un Messi raramente così fragile e privo di guizzi, è quella di avere un Gonzalo Higuaín già in buona forma. Al 37′ è proprio il Pipita a scagliare in rete col destro l’assist di Lavezzi, in uno dei rari momenti di disattenzione della difesa peruviana. È il timbro dell’1-1. Punteggio che non muterà più, nonostante nella ripresa la nazionale peruviana cerchi non insistenza il nuovo vantaggio e colpisca pure un palo con Ramírez.E Sabella può dormire sonni tranquilli.


URUGUAY 1-1 ECUADOR (67' Cavani; 8' Caicedo)
Negli 8 precedenti, l’Ecuador non ha mai vinto a Montevideo: 5 sconfitte e 3 pareggi. I numeri parlano chiaro. L’Ecuador si presenta come squadra rivelazione di queste eliminatorie. L’Uruguay si deve riscattare dopo la bruciante sconfitta di venerdì scorso contro la Colombia. Il primo tempo inizia con i migliori propositi per la nazionale di Rueda che all’8 minuto sigla l’ 1 a 0 su calcio di rigore con Caicedo, atterrato pochi istanti prima dal capitano uruguayo Lugano. Il primo tempo vede un arrembante quanto confusionario Uruguay contro un ordinato quanto imprevedibile Ecuador, solo che questo concentrato porta a poche emozioni anche se, al 44 minuto di gioco, Suarez s’incunea nella difesa ecuatoriana andando a prendere la traversa. Il secondo tempo è l’inizio dell’assedio uruguayo alla porta difesa da Dominguez. La difesa ecuatoriana composta da Campos, Erazo, Ayowi e Paredes diventa invalicabile e il trio delle meraviglie Cavani, Forlan e Suarez ne risentono. Troppo sbilanciato l’Uruguay che al minuto 61′ prende il contropiede di Benitez che tutto solo si lancia verso Muslera. Il portiere albiceleste atterra in area l’attaccante ecuadoriano ma viene graziato dall’arbitro Amarilla che vede una simulazione da parte di Benitez e lo ammonisce. L’Uruguay continua ad attaccare e al 68′ trova il pareggio (meritato?) con Cavani. Da lì alla fine è un continuo capovolgimento di fronte dove gli schemi sono saltati, ma la manovra dell’Uruguay è molto lenta e la difesa dell’Ecuador sembra quella della Juventus anche se Dominguez non è lontanamente Buffon per l’impatto con la partita.La stella dell’Ecuador, Antonio Valencia, va sotto la doccia anzitempo per un fallo ingenuo e salterà il Cile. La partita finisce con un punto prezioso per entrambe le nazionali. L’Uruguay non sembra lontanamente la squadra che ha vinto la Copa America l’anno scorso; l’Ecuador ha il rammarico di non aver usufruito di un rigore che agli occhi di tutti c’era, e con il contemporaneo pareggio dell’Argentina, si sarebbe trovata ad Ottobre a guardare tutti dall’alto del primo posto.

PARAGUAY 0-2 VENEZUELA (45' e 68' Rondon)
Vittoria storica per la Vinotinto, che non aveva mai vinto al Defensores del Chaco di Asunciòn, ma è una vittoria il cui valore va oltre quello del superamento di un taboo, ma rappresenta la speranza di approdare al mondiale brasiliano 2014, traguardo che in questo momento è distante una sola lunghezza. Per il Paraguay invece il cambio in panchina non sembra aver giovato, e questa sconfitta conferma inesorabilmente l’ultimo posto, e suona quasi come una condanna definitiva.
La vittoria esterna dei ragazzi di mister Farìas ha due ingredienti principali, l’abilità del portiere Daniel Hernandez e la concretezza e il senso del goal di Josè Rondòn, attaccante venezuelano in forza alla squadra russa del Rubin Kazan.  Nella prima frazione, il portiere venezuelano ha detto no a più riprese ad Oscar Cardozo, e Nelson Haedo Valdez e il primo tempo sembrava destinato a chiudersi a reti inviolate. Ma al 45′ un invenzione del “Maestrico” Cèsar Gonzàlez ha liberato Josè Rondon solo davanti a Villar che viene superato dal destro su misura dell’attaccante venezuelano.
Nella ripresa il Paraguay continua ad attaccare alla ricerca del pareggio, e Fabbro ci va vicino ma è ancora una volta Hernandez a negare la gioia del gol al Paraguay. Nazionale guaranì che è pure sfortunata se pensiamo a come è maturato il gol del raddoppio della vinotinto, Calcio di punizione dalla fascia destra, il portiere Villar respinge goffamente di pugno, colpendo un compagno di squadra caduto per terra, il pallone in questo modo è arrivato al liberissimo Rondòn che ha gioco facile ad appoggiarlo in rete.

CILE 1-3 COLOMBIA (42' M. Fernandez; 59' Rodriguez, 74' Falcao, 77' Gutierrez)
Troppo forte la Colombia per questo Cile: dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio grazie a Fernandez, la Roja nella ripresa è crollata sotto i colpi della squadra guidata in attacco dall’uomo del momento, Radamel Falcao. Gli uomini di Pekerman già a inizio match avevano fatto vedere la loro forza, ma dopo lo sbandamento iniziale il Cile ha saputo rintuzzare gli attacchi avversari e per qualche minuto ha potuto credere di guadagnare i 3 punti. Al 35′, però, l’espulsione di Gary Medel ad opera dell’arbitro peruviano Victor Hugo Carrillo ha compromesso tutto: sull’onda dell’entusiasmo, nonostante l’inferiorità numerica i ragazzi di Borghi hanno trovato l’1-0 (Matías Fernández e Alexis Sánchez molto pericolosi, e al 42′ il primo dei due recupera una palla che sembrava persa e batte David Ospina).
Alla lunga avere un uomo in più ha facilitato il compito della Colombia, che dopo l’intervallo ha premuto sull’acceleratore e solo Claudio Bravo, per un po’, è riuscito ad arginarla. Al 59′ su calcio da fermo è arrivato il pareggio di James Rodríguez, al 73′ il vantaggio firmato Falcao e tre minuti dopo la pietra tombale sul match firmata Teófilo Gutiérrez.

RISULTATI 8'GIORNATA
PERU' 1-1 ARGENTINA
URUGUAY 1-1 ECUADOR
PARAGUAY 0-2 VENEZUELA
CILE 1-3 COLOMBIA

CLASSIFICA
ARGENTINA 14
COLOMBIA 13
ECUADOR 13
URUGUAY 12
CILE 12
VENEZUELA 11
PERU' 7
BOLIVIA 4
PARAGUAY 4

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